Le barriere architettoniche sono elementi costruttivi di qualunque genere che impediscono o limitano gli spostamenti, così come la fruizione di servizi, a persone che hanno una limitata capacità motoria o che sono portatori di handicap
Le barriere architettoniche sono elementi costruttivi di qualunque genere che impediscono o limitano gli spostamenti, così come la fruizione di servizi, a persone che hanno una limitata capacità motoria o che sono portatori di handicap. Le barriere più comuni che una persona con disabilità può trovarsi davanti sono per esempio delle scale, dei gradini o anche una rampa troppo ripida che può creare difficoltà per chi si muove su una sedia a rotelle.
Grazie alla Legge n.13 del 1989, però, sono previsti dei finanziamenti a livello nazionale per tutti coloro, pubblici o privati, che decidono di eliminare le barriere architettoniche facilitando così la vita quotidiana delle persone che hanno problemi motori più o meno gravi.
Per aiutare i propri disabili inoltre alcune regioni, come per esempio il Piemonte, hanno stanziato ulteriori fondi per l’abbattimento delle barriere architettoniche come per l’installazione di montascale a Torino ed in altre città della regione.
Infatti anche se i prezzi di questi strumenti possono apparire fin troppo elevati, a volte scoraggiando chi ne ha bisogno dall’acquisto nonostante la necessità, è possibile ottenere, oltre ad alcune agevolazioni fiscali da parte dello Stato, un ulteriore rimborso da parte della Regione Piemonte.
La Regione, infatti, offre un contributo alle persone con disabilità e a coloro che le hanno a carico con lo scopo di incentivare il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici privati.
La domanda per ottenere tali contributi deve essere presentata al Comune in cui si trova l’immobile prima dell’inizio dei lavori, correlata di firma da parte della persona con disabilità o della persona esercente la potestà o la tutela sul disabile.
A poter beneficiare dei contributi offerti dalla Regione Piemonte sono:
- Le persone disabili con menomazioni o limitazioni funzionali di carattere motorio e i non vedenti che sostengono a proprie spese la rimozione degli ostacoli alla mobilità nella propria abitazione;
- I genitori o i tutori che hanno a carico persone con disabilità permanente;
- I condomìni di un edificio in cui risiedono persone disabili per le spese di adeguamento relative alle parti comuni.
Il contributo è quindi concesso per effettuare opere su parti comuni di un edificio o per immobili o parti di essi in esclusiva proprietà o in godimento al disabile con l’unico scopo di garantire l’accessibilità all’immobile o alla singola unità immobiliare.
È possibile presentare un’unica domanda per ottenere un finanziamento per una singola opera, come ad esempio per l’installazione di un montascale o di una pedana elevatrice, oppure per un insieme di opere funzionalmente connesse volte a rimuovere più barriere architettoniche che rappresentano un ostacolo alla stessa funzione.
Per barriere che ostacolino funzioni diverse, invece, occorre presentare al Comune di residenza più domande che saranno valutate tenuto conto del limite di contributo concedibile.
Come già accennato in precedenza, per ottenere il rimborso, occorre presentare una domanda al proprio Comune di residenza utilizzando un apposito modulo scaricabile dal sito della Regione con allegati:
- la fotocopia del certificato di invalidità al 100%;
- la fotocopia del certificato medico relativo allo stato della disabilità;
- il preventivo della spesa contenente la descrizione dettagliata delle opere da realizzare;
- la fotocopia di un documento d’identità del richiedente in corso di validità, oppure del permesso di soggiorno in caso di cittadini non appartenenti all’Unione Europea;
- la dichiarazione sostitutiva di certificazione di residenza sottoscritta dal disabile richiedente;
- il verbale dell’assemblea di condominio nel quale siano indicati il consenso dei condomini alla realizzazione degli interventi, la suddivisione delle spese tra i condomini e se gli interventi riguardano parti comuni;
- la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativo all’acquisito consenso del proprietario alla realizzazione degli interventi nel caso di alloggio in affitto.
La domanda deve riguardare solo ed esclusivamente opere non ancora realizzate e può essere presentata in qualsiasi giorno dell’anno.
Il Comune raccoglierà in seguito le domande presentate verificandone l’ammissibilità e trasmetterà entro il 31 marzo di ciascun anno il fabbisogno complessivo comunale derivante dalla somma dei contributi relativi alle domande ammissibili.
Sarà quindi la Regione a determinare il fabbisogno complessivo e a comunicarlo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al fine di ottenere la ripartizione delle risorse statali disponibili.
Una volta ottenuto il finanziamento da parte dello Stato, il competente Settore regionale provvederà alla ripartizione tra i Comuni dei fondi disponibili che concederanno, al loro volta, il contributo con apposito provvedimento scorrendo l’elenco ordinato per priorità.
Le domande non soddisfatte nell’anno per insufficienza di fondi restano valide per gli anni successivi.
Il contributo verrà quindi erogato solo in seguito al trasferimento delle risorse statali alla Regione e al successivo ripartimento dei fondi disponibili ai singoli Comuni.
I Comuni, infine, erogheranno i contributi dopo l’esecuzione delle opere sulla base di fatture debitamente quietanzate, cioè fatture sulla quale l’emittente ha apposto la propria firma come attestazione che l’importo in essa indicato è stato effettivamente pagato.
TorinOggi.it-21 feb 2020
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