L’annuncio arriva da Gianmarco Mazzi, amministratore delegato di Arena srl, la concessionaria che cura gli eventi extra lirica dell’Arena di Verona. Arena srl, Fondazione Arena e Vivo concerti sono stati citati in giudizio da Sofia Righetti per condotta discriminatoria: “Mai ricevuto nessuna comunicazione da parte loro. Non possiamo fare nulla, abbiamo valutate tutte le alternative”.
VERONA. “In vista della prossima stagione stiamo lavorando per la
creazione di una squadra dedicata all’assistenza delle persone con disabilità,
in collaborazione con la Croce Verde. Tre, quattro persone contrattualizzate da
noi chiamate a sovrintendere gli standard d’accoglienza degli organizzatori. Si
posizioneranno all’ingresso 1 e accoglieranno le persone con disabilità e i
loro accompagnatori, saranno a loro disposizione per tutta la durata
dell’evento. Si potrebbe addirittura pensare a loro come a coloro incaricati di
richiedere, alle persone delle file più prossime, di sedersi per non
compromettere la visuale delle persone in sedia a ruote”. A dare
l’annuncio è Gianmarco Mazzi, amministratore delegato di Arena srl, la
concessionaria che cura gli eventi extra lirica dell’Arena di Verona. Come
riportato sulle pagine di Redattore Sociale, pochi giorni fa Sofia Righetti,
campionessa nazionale di sci alpino, modella e musicista veronese in sedia a
ruote, ha annunciato di avere citato in giudizio per condotta discriminatoria
Arena srl, Fondazione Arena e Vivo Concerti per quanto accadutole a un concerto
in Arena lo scorso settembre quando, all’inizio dello spettacolo, il pubblico
si alzò in piedi e lei e altre 5 persone in sedia a ruote non videro più nulla.
“Per completezza d’informazione, vorrei dire che, al contrario di quanto
Sofia Righetti sta dichiarando in questi giorni, io non ho mai ricevuto nulla
né da parte sua, né da parte del suo avvocato. Per l’esattezza, non ho nemmeno
chiesto un incontro, come invece lei sostiene: sicuramente la vorrò incontrare
e lo farò molto volentieri, ma a sentenza emessa”.
“Ancora una volta voglio ribadire la mia comprensione per quanto da lei
richiesto – continua Mazzi -, ma posso assicurare di avere tentato tutte le
strade possibili, purtroppo senza esito. Sofia Righetti e il suo avvocato
sostengono la necessità che le persone con disabilità debbano poter vedere lo
spettacolo delle prime file: posso concordare, ma non esiste questa
possibilità”. L’Arena di Verona, spiega Mazzi, ha solo un’uscita in grado
di garantire la sicurezza anche delle persone con disabilità, ed è quella in
fondo alla platea: “Le persone con disabilità possono entrare e uscire
solo da lì. La prima fila? Ho fatto degli studi, ma non prevede uscite di
sicurezza, se non dal palco. Naturalmente, non è una strada percorribile.
Intervistata, Sofia Righetti ha detto che, in alternativa, dovremmo impedire
alle persone di alzarsi in piedi. Sinceramente, mi sembra una richiesta
oggettivamente difficile da accogliere: non possiamo obbligare le persone a
stare sedute, pur comprendendo le motivazioni che la spingono a questa
richiesta”.
L’Arena di Verona è stata costruita oltre 2000 anni, gli standard di allora
erano ben differenti da quelli di oggi: “Si potrebbe ovviare al problema
con una modifica strutturale, ma penso siano chiare a tutte le difficoltà di
apportare modifiche strutturali a un edificio storico. Un’adeguata fruizione
dello spettacolo è un aspetto di straordinaria importanza, ma il rispetto delle
norme di sicurezza lo è ancora di più”. A oggi sono 35 i posti per persone
in sedia a ruote (la legge prevede che sia previsto un posto sedia a ruote ogni
400 posti: l’opera conta fino a 13.500 spettatori, l’extra opera circa 11.500).
Trentacinque posti individuati a fianco delle file dei secondi blocchi della
platea. Ogni posto è vicino all’ultima seduta della fila, in modo che la
persona in sedia a ruote possa sedersi a fianco del suo accompagnatore:
“Temo, peraltro, che presto saremo obbligati a portare i posti a 32: i
posti più davanti, infatti, si mettono alle spalle due grossi corridoi che
tagliano l’anfiteatro. In caso di incendio, ci si riverserebbero dentro
migliaia di persone, non solo dalla platea ma anche dagli spalti, di fatto
mettendo in serio pericolo la sicurezza delle persone con disabilità. Sento
vicine le posizioni di Sofia Righetti – conclude Mazzi -, ma non ho strumenti
per intervenire. Quando la sentenza sarà emessa potremo vederci e confrontarci
ragionevolmente”.
di Ambra Notari da Redattore Sociale del
14.02.2020
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