ROMA. Filippo Roma incontra Ketty, una ragazza in carrozzina che a Roma è stata denunciata per aver bloccato, per protesta, un tram: era il quarto di seguito inaccessibile a un disabile. Andiamo a verificare con lei se la Capitale è davvero una città a misura di disabili. Secondo voi?
Ketty è una ragazza romana, che vive su una sedia a rotelle
a causa dell’atrofia muscolare spinale. Qualche giorno fa ha dovuto inscenare
una clamorosa protesta, lanciata sul web attraverso un video che lei stessa ha
girato.
La ragazza si è messa con la carrozzina sui binari del tram numero 5,
impedendogli di ripartire, all’altezza di piazza di Porta Maggiore a Roma, dopo
che erano passati almeno 3 tram numero cinque: tutti con le scale e quindi
inaccessibili a chi viaggia su una carrozzina.
La giovane racconta a Filippo Roma: “Sto facendo un corso della Regione Lazio a
Tor Vergata dove mi pagano a presenza diciamo, 3 volte a settimana, fino a
giugno, per futuri gestori di B&B. Al ritorno da Tor Vergata un giorno ho
atteso per circa un’ora e 40 e 45 un autobus adatto con la pedana. Sono
riuscita a salire al quinto perché i primi 4 erano senza pedana. Sono arrivata
a casa da Tor Vergata qui a San Lorenzo, dopo 2 ore e 40 circa!”
La sua legittima protesta non è stata gradita neanche dagli stessi occupanti
del tram bloccato e quando ha spiegato al personale dell’ATAC che avrebbe
dovuto recarsi da piazza di Porta Maggiore, il posto in cui si trova, fino a
Tor Vergata, a 12 km di distanza, e che era già parecchio in ritardo, la
risposta è stata la seguente: “Mo’ glielo spiegherà ai carabinieri”.
Eh sì perché Ketty, per quella sua protesta, adesso si è beccata una denuncia
per interruzione di pubblico servizio e rischia una condanna fino a un anno di
reclusione…
Proviamo a testare con lei la veridicità del suo racconto: i mezzi pubblici di
Roma sono davvero inaccessibili ai disabili?
Dopo 15 minuti di attesa ecco che arriva il primo tram. “Questo è un tram con 3
scalini, guardate, c’è questa barra in mezzo, non potrei mai salire, nemmeno
con tutti i santi che mi aiutano mi fanno salire, è impossibile”.
Dopo un altro quarto d’ora arriva un nuovo tram. “Questo è il secondo tram
numero 5 con le scale, consecutivo, uno dopo l’altro ne sono venuti così”,
spiega ancora la ragazza.
Passano altri 15 minuti e ne arriva uno nuovo. “Sta arrivando un tram, il
cosiddetto accessibile. Adesso vi mostrerò che non è per niente accessibile
perché io posso salirci solo accompagnata. Guarda che deve fare la mia
assistente, io da sola non lo potrei prendere questo tram”. Non ci sono dubbi,
Ketty aveva proprio ragione.
Ma nelle altre città la situazione sarà la stessa? Spiega ancora Ketty: “Nel
2011 a Praga, già esistevano i tram con la pedana, io andavo sempre in giro da
sola in altre città d’Europa e la pedana nei tram esiste”. Ma non c’è bisogno
di andare all’estero per trovare dei tram accessibili, come vi mostriamo nel
servizio.
Sia a Milano, che a Torino e ancora a Firenze infatti circolano tranquillamente
tram e bus dotati di pedana e accessibili a persone come lei.
Ma le avventure romane di questa ragazza non finiscono qui. Dopo il corso Ketty
deve tornare a casa, e non avendo più l’assistente con sé, deve evitare il tram
e prendere la metro. Sale sulla metro, sempre con il nostro aiuto, ma quando
andiamo a prendere l’ascensore ecco che si blocca. Con noi dentro…
“Purtroppo questo è un ascensore che dalla mattina alla sera fa solo quello”,
spiega il personale intervenuto. “Quindi è soggetto a usura…”
Insomma è una vera fatica per Ketty girare per Roma! Proviamo allora a chiedere
spiegazioni all’assessore alla mobilità del comune di Roma, Pietro Calabrese,
lo stesso che qualche tempo fa in consiglio comunale sembrava se la dormisse
beatamente, anche se lui nega categoricamente questa circostanza. “Non stavo
assolutamente dormendo, tutti i consiglieri ma anche gli assessori quando
stanno in aula nelle pause guardano il telefonino. Ce ne sono alcuni magari che
sembra che dormono perché guardando in basso il telefonino sembra che appunto
gli occhi siano chiusi, bastava avvicinarsi per verificare”. Lasciamo stare la
questione telefonino e gli chiediamo dell’odissea dei disabili romani, a spasso
per la città.
“Sulle metropolitane come sapete abbiamo dei problemi legati al vecchio
manutentore a cui è stato revocato l’appalto perché evidentemente non
effettuava le lavorazioni così come contrattualizzate. Abbiamo già speso molte
parole rispetto a questo fatto molto increscioso: l’azienda che è subentrata
sta cercando di recuperare tutti i disastri che questo manutentore aveva lasciato.
Per quanto riguarda il servizio di superficie, gli autobus nuovi che abbiamo
acquistato sono tutti quanti muniti di pedana, quindi stiamo pian piano
riportando questa città a un servizio decente e normale: ci vuole tempo”.
Quando gli chiediamo quale sia la situazione dell’accessibilità dei tram,
spiega: “I tram quelli vecchi ovviamente hanno gli scalini… è un po’ più
problematica. Tutti i tram più o meno che sono stati acquistati successivamente
hanno una buona accessibilità… Presto avremo il finanziamento per acquistare 50
nuovi tram per andare a sostituire quelli vecchi di circa 70 anni”.
Secondo l’assessore Calabrese “ci sono alcune fermate in cui questo
effettivamente è vero e dipende dalla struttura delle fermate, mentre altre
consentono l’accessibilità perché il piano della banchina è praticamente alla
stessa altezza del tram”.
Il problema, prosegue Calabrese, sarebbe confinato a quella generazione di tram
che hanno i gradini e che dunque “ovviamente non sono accessibili”.
Cerchiamo poi di convincere l’assessore a far ritirare la denuncia nei
confronti di Ketty. Per “è un atto dovuto” ma aggiunge: “Non credo che andrà
avanti, adesso però questo dipenderà dall’azienda. Dovete chiederlo ad ATAC,
nel senso ATAC è una partecipata… Io posso far presente all’amministrazione di
ATAC di valutare insomma i motivi, di chiedere… Sto chiedendo ad ATAC un sacco
di relazioni su tante cose, mi pare che è filtrata anche la nota che ho
richiesto con una spiegazione dettagliata su tutti i disservizi legati appunto
sulle scale mobili e ascensori. Quindi io non mi sottraggo al mio compito”.
Ma ci tiene a precisare: “Ritirare la denuncia non posso… posso richiedere
spiegazioni questo assolutamente non c’è nessun problema, questo è nel mio
dovere. Io non posso chiedere a un amministratore che ha la totale autonomia
gestionale di un’azienda di fare un’attività: io posso chiedere spiegazioni nel
merito e poi magari rispetto alle spiegazioni che vengono fornite confutare le
stesse e verificare. Non posso chiedere di ritirare cioè non fa parte… cioè
riceverei anch’io a mio volta una denuncia sempre da ATAC…”.
Filippo Roma gli chiede: “Lei da assessore ai trasporti che intende fare per
fare in modo che i mezzi pubblici, in particolare i tram siano totalmente
accessibili?”. “È una condizione assolutamente d’appalto, tram e metro devono
essere tutti quanti assolutamente idonei per quello che riguarda… i nuovi
acquisti sono tutti quanti conformi a quello che è la normativa, che tra
l’altro insomma non è soltanto italiana ma ripeto ma proviene da direttive
comunitarie abbastanza stringenti: quindi non se ne esce. I nuovi acquisti sono
tutti quanti idonei per questo tipo di accessibilità. I vecchi ovviamente piano
piano che arrivano i nuovi andranno a sostituire i vecchi”.
Si ma quanto ci vorrà per vedere circolare a Roma i 50 nuovi tram di cui ci
parla l’assessore Calabrese?
“Entro quest’anno verrà perfezionata la convenzione, verranno fatti tutti gli
atti di gara, poi la gara ovviamente avrà i suoi tempi… una gara con questo importo,
una gara europea, quindi i classici più o meno 6 mesi per la gara poi circa 3
mesi per tutte le verifiche di affidamento e poi la fornitura. Quindi la
fornitura in due, massimo in tre anni, i tram cominceranno a arrivare”. Tre
anni…
Dopo l’assessore alla Mobilità del Comune di Roma, proviamo a sottoporre la
questione anche all’Atac, l’azienda Tramvie e Autobus del Comune, a cui Ketty
deve quella bella denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Dopo un bel po’ di insistenza finalmente riusciamo a parlare con il presidente
dell’Atac, Simioni.
Sul caso di Ketty spiega: “Intanto è sicuramente un fatto spiacevole. Il fatto
che la nostra rete di tram non sia totalmente accessibile è un fatto ed è un
fatto legato al vetustà delle macchine. Noi qualcosa facciamo, infatti ho
preparato uno schema che fa vedere qual è la variazione dell’andamento delle
nostre linee tram che sono cosiddette 100% accessibili. Quando io sono arrivato
c’erano 17 linee totalmente accessibili ai disabili e adesso sono 24. Le corse
effettuate con una vettura dotato di pedana sono passate dal 92% a settembre
2018 al 99,6% del dicembre 2019. A livello dell’intera rete quindi tutta la
rete, noi siamo passati dal 68% di settembre 2017 di percentuali di corse
effettuate con autobus dotato di pedana all’81%.”
Gli raccontiamo che nel video di Ketty si vede un ispettore dell’ATAC che
anziché confortarla o magari chiamare un tram accessibile si preoccupa di dirle
“e mo’ glielo riferisce ai carabinieri”.
”Verificherò se si tratta di questo che sta dicendo lei, perché mi sembra
strano che i nostri ispettori non diano una mano, questo lo devo dire quindi mi
permetta di verificarlo… Se è così ci saranno i dovuti provvedimenti”, spiega
Simioni.
E mentre siamo lì chiama proprio Concetta, che si trova davanti alla sede di
ATAC. E allora organizziamo la “carrambata” e la facciamo incontrare con il
presidente Simioni.
“Sono anche ora incazzata perché comunque non si può fare niente per questa
denuncia”, esordisce la ragazza.
Simioni le spiega che la denuncia sarebbe partita d’ufficio dalle forze
dell’ordine ma lui promette di interessarsi alla questione. “Devo sentire gli
avvocati mi permetta, invece per quanto riguarda il problema dell’accessibilità
che è quello che a noi importa di più perché questo è un nostro problema… posso
promettere quello che noi stiamo facendo, cioè di dare sempre maggiore
attenzione alle problematiche di persone che hanno problemi di mobilità…”
Concetta però è molto concreta: “Io da domani devo andare a Tor Vergata”, ribatte
Concetta. “Da domani mi mandate per favore solo almeno tram bassi con uno
scalino perché sappiamo benissimo che non ci sono tram con la pedana”.
Alla fine l’incontro tra i due porta a una proposta molto concreta: andranno
insieme a verificare sul campo la situazione di tram e banchine. “Andiamo a
verificarlo insieme così lei avrà modo di spiegare dove sono i problemi, credo
che i nostri lo sappiano e magari le possono dare le risposte più adeguate”, le
spiega Simioni.
Concetta ripete: “Io domani io vado a Tor Vergata..”
E il presidente di ATAC rilancia: “Sul domani la facciamo contattare dal capo
della divisione dei tram così le darà un’informazione”.
“Domani posso chiamare e dire sto arrivando alla fermata, mi fate arrivare un
tram basso per favore?”
Simioni conferma: “Questo, attenzione, questo è quello che infatti lei dovrebbe
fare perché noi abbiamo dei canali… ci sono dei canali social che lei può
contattare e da questi canali ricevere l’informazione quando passa il tram
accessibile”.
La bella notizia? Il giorno dopo l’incontro con il presidente, l’Atac si è
fatta sentire aiutando Ketty a sapere quando passava il primo tram per lei
accessibile. Poi però sono spariti! Mi raccomando ATAC, non fare brutti
scherzi…
Da Le IENE del 28.02.2020
Lascia un commento