I rappresentanti sindacali degli autisti spiegano le criticità: «Spesso manca lo spazio per le pedane e pure lo stallo giallo».
RAVENNA. Da una parte ci sono gli utenti disabili motori, dall’altra gli
ostacoli alle fermate. In mezzo ci sono (anche) loro: gli autisti degli
autobus, stretti tra servizio e limiti. L’argomento è tornato di attualità
qualche settimana fa , dopo il caso evidenziato dalla lista civica La Pigna
della donna sulla sedia a rotelle a Lido Adriano alla quale l’autista avrebbe
negato di salire sul bus. «E già questo è falso – specificano dai sindacati –
perché in realtà l’autista l’ha fatta salire, ma per farlo non ha seguito le
regole del codice della strada: unico modo per permetterle di salire». E Start
ha sospeso il lavoratore. Eppure situazioni analoghe a quella della fermata
‘incriminata’ sono la normalità. Girando per la città si trovano tantissime
fermate che, a causa di marciapiedi assenti o troppo corti e a ostacoli, non
permettono di utilizzare la pedana per l’accesso ai disabili presente sui
mezzi. Il nostro “tour” con i rappresentanti sindacali inizia da
piazza Caduti. Sotto ai portici, tra le vie Guidone e Corrado Ricci, c’è la
fermata capolinea delle linee extraurbane dirette verso Ravenna sud e Forlì.
Qui però per un disabile in sedia a rotelle salire è impossibile. «Il primo
problema è il marciapiede, che è a filo della strada: se la pedana non poggia
su un piano rialzato è troppo inclinata – spiega Andrea Cicognani di FILT CGIL
-. Inoltre, tra bidoni dei rifiuti e pali, è difficile pure trovare un punto in
cui far scendere la pedana». La tappa successiva è via Guidone. Qui manca anche
lo stallo giallo per il bus sull’asfalto. Il marciapiede è alto, ma stretto:
«La pedana è 80 centimetri – spiega Raffaele Rossi di FIT CISL – e la persona
deve potercisi mettere davanti per imboccarla. Qui non c’è lo spazio. L’unica
soluzione sarebbe alzare il marciapiede». Una delle fermate peggiori è quella
di via De Gasperi, direzione circonvallazione al Molino: tra panchine, pali e
fioriere è uno slalom tra ostacoli. «E qui si fermano anche due o tre mezzi
alla volta – spiega Christian Gasperoni di UGL -, per cui non è facile fermare
l’accesso con la pedana in un punto senza barriere». Il nostro tour prosegue in
un altro punto importante della città: la zona ospedale. In via Missiroli la
fermata in piazza Vacchi e quella di fronte all’ingresso del Santa Maria delle
Croci hanno lo stesso problema: mentre in direzione viale Randi sono dotate di
ampio marciapiede e a una prima occhiata sembrano fruibili pure in sedia a
rotelle, sull’altro lato la musica è diversa. Di fronte a piazza Vacchi il
marciapiede è molto stretto, e davanti all’ospedale ci sono cartelli. «In
pratica si parte, ma non si torna indietro – scuote la testa Riccardo Padoan di
Uil Trasporti -. Per questo l’autista prima di caricare il disabile deve
sincerarsi anche di dove deve scendere». Passiamo alla fermata di fronte
all’ospedale in viale Randi. Qui il marciapiede è alto, ma corto: dopo un metro
c’è la ciclabile, e chi scende con la sedia a rotelle rischia di cadere nella
pista. L’ultima tappa è Lido Adriano, viale Petrarca: quella delle polemiche.
Qui il cartello di fermata e la pensilina sono prima delle strisce pedonali,
mentre le strisce gialle sono subito dopo. Dal momento che il codice della
strada dice che la segnaletica verticale ‘vince’ su quella orizzontale, la
fermata è prima delle strisce, dove il marciapiede però non è abbastanza alto
per caricare un disabile motorio. «Abbiamo parlato col Comune – raccontano
Rossi di Cisl e Padoan di Uil – che ha detto che risolverà il problema
spostando il cartello di fermata oltre le strisce pedonali. Start ha fatto più
volte passare il messaggio che sia sempre possibile prendere il bus per i disabili
motori, ma è una bugia – spiega Padoan -. Ciò che accade poi è che questa bugia
spinge il soggetto a ritenere l’autista colui che gli nega ingiustamente di
salire, e alla fine i lavoratori si trovano nella situazione in cui per
caricare il disabile devono commettere infrazioni al codice della strada che
possono costare loro caro, ma non caricarlo li espone a procedure disciplinari.
Start conosce bene questa situazione». L’azienda ha distribuito degli opuscoli
circa il comportamento da tenere nei confronti dei disabili: «Dice che occorre
parlare col soggetto per capire qual è il suo livello di disabilità – aggiunge
Padoan -. È una cosa che non rientra tra le competenze degli autisti».
Gasperoni di Ugl la vede un po’ diversamente: «Le fermate sono di proprietà
degli enti locali. Anche loro devono fare la loro parte». (sa.ser.)
Da Il Resto del Carlino del 01.03.2020
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