Alessandra Corradi – presidente Genitori Tosti In Tutti I Posti ONLUS L’emergenza legata a contenere il contagio da Corona Virus ha evidenziato, per le masse, una problematica che accompagna da sempre gli studenti con disabilità.
Se gli studenti, in tempi di misure straordinarie e scuole chiuse soffrono
la mancanza dell’innovazione tecnologica per cui non è possibile nemmeno fare
la tanto, in questi giorni, citata “scuola a distanza” (in molte scuole non
esiste nemmeno il collegamento a internet) gli studenti con disabilità soffrono
di più in quanto non è stato nemmeno previsto per loro, tra le tante misure
pensate e messe in atto, di avere al proprio domicilio le figure che
normalmente li affiancano a scuola.
Dall’altra parte abbiamo schiere di ASACOM e AEC che si stanno mobilitando in
tutt’Italia perché dal 27 febbraio, in alcune regioni, e da questo lunedì 2
marzo, in tutt’Italia, non lavorano. Praticamente ignorati. Ma se non lavorano
non prendono lo stipendio, perché incaprettati da contratti che prevedono lo
stipendio solo se le scuole sono aperte.
Tutta questa situazione, venutasi a creare, conferma ulteriormente il grado di
cultura standard che gira attorno agli studenti con disabilità, ai loro bisogni
e soprattutto ai loro diritti.
Quali sono le figure al Governo e al Miur che si occupano delle tematiche degli
studenti con disabilità e che cosa stanno facendo per ridurre i disagi dovuti
alle misure straordinarie imposte in questi tempi?
A cosa serve un organismo come l’Osservatorio per l’integrazione scolastica se
il livello del benessere scolastico è questo?
Perché il Coordinamento Italiano degli Insegnanti di sostegno ha dovuto
scrivere al Ministro Azzolina per ricordale che non mandare a domicilio le
figure succitate è DISCRIMINAZIONE?
Perchè, invece di riformare le leggi sull’inclusione scolastica (per avere poi
dei risultati miserrimi come il decreto 13 aprile 2017, n. 66 che ha dovuto
avere disposizioni integrative e correttive neanche due anni dopo) non si
INNOVA realmente il sistema dell’inclusione scolastica, mettendo gli attori
reali e competenti di questa inclusione (che dobbiamo smettere di lasciare
sulla carta ma dobbiamo incarnare nella realtà!) intorno ad un tavolo, per
ripassare e mettere per iscritto, in un vademecum, le basi che regolano i diritti
degli studenti con disabilità nella scuola pubblica italiana.
Ce lo chiede il piccolo Francesco , dalla provincia di Foggia dove nessuno, tra
sindaco, assessore, dirigente scolastica e quanti coinvolti, pare sapere che
l’OSS è un DIRITTO di un alunno come lui e va nominato dall’inizio dell’anno
per le ore richieste nel PEI e l’ente fornitore di questo servizio è il Comune
in cui è ubicata la scuola. E non esistono alibi di soldi che mancano, lo
dicono pure le sentenze che una PA non può rifiutare un servizio previsto per
legge per mancanza di fondi è illegale!
Ce lo chiede qualsiasi studente italiano discriminato perché è stato lasciato a
casa per la gita, rifiutato al momento dell’iscrizione per la sua disabilità,
ogni studente per cui la scuola chiama la mamma per cambiarlo o somministrargli
i farmaci perchè tutti ignorano le procedure e le leggi e i protocolli.
Ce lo chiede qualsiasi studente cui tagliano, come giardinieri in un parco
incolto, le ore di sostegno!
Se ci è permesso, infine, un suggerimento: a quei tavoli invitate anche i
genitori, magari quelli che si candidano nei GLHI e che hanno figli a scuola e
le associazioni dei territori che davvero si occupano di inclusione, dai quali
avreste davvero un aiuto e non fiumi di parole inconcludenti seppur colte.
In questo modo, con un lavoro corale, si sconfiggerebbe finalmente la
solitudine degli studenti con disabilità nel sistema scolastico italiano,
avverrebbe l’inclusione che tutti ci invidiano, ci sarebbe un reimpiego oculato
delle risorse e tutta la comunità educante trarrebbe beneficio.
Da OrizzonteScuola.it del 08.03.2020
Lascia un commento