Cosa c’è da sapere sulle detrazioni fiscali per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
ROMA. È da poco giunta la notizia che i contribuenti avranno tempo fino alla
fine di settembre 2020 per consegnare all’Agenzia delle Entrate la nuova
dichiarazione dei redditi: si avvicina il momento di tirare le somme dell’anno
appena concluso ed iniziare a raccogliere tutti i documenti utili alle
attestazioni reddituali e al godimento delle varie detrazioni.
Ancora una volta, chi nel corso dello scorso anno ha effettuato lavori di
manutenzione straordinaria può usufruire dell’abbattimento delle relative
detrazioni e abbattere l’importo da pagare per le tasse 2020. In particolare,
chi ha effettuato lavori in casa allo scopo di eliminare le barriere
architettoniche – acquistando e installando un montascale, facendo realizzare
rampe al posto delle scale, ecc – potrà godere di condizioni particolarmente
vantaggiose al momento della dichiarazione dei redditi: vediamo chi può
beneficiarne e con quali modalità.
Costruire una casa a misura di disabile: problemi e spese.
Quando una persona disabile vive da sola o condivide gli spazi insieme ad altre
persone, è fondamentale che gli ambienti siano in grado di soddisfare tutte le
esigenze che derivano da una ridotta mobilità, dalle difficoltà fisiche imposte
dalla patologia e da altri problemi legati alla disabilità. Ogni specifica
circostanza presenta casi e ostacoli differenti: non solo persone in
carrozzella, anziani che faticano a camminare e così via, ma anche non vedenti
e ipovedenti, individui sordomuti, bambini e adulti con disabilità cognitive
(come autismo o sindrome di Down): le condizioni di partenza sono le più
disparate, ed ogni volta – in base ai casi – andranno adottate misure e
soluzioni differenti. Queste comprendono, molto spesso, dei lavori di
ristrutturazione che possano adeguare le strutture dell’ambiente casalingo alle
limitazioni fisiche delle persone disabili: in questi casi la legge riconosce
degli sgravi fiscali a chi si occupa delle incombenze pratiche ed economiche.
Molte di queste agevolazioni non sono una novità: attraverso l’approvazione
della Legge di Bilancio 2020, già da dicembre scorso abbiamo la certezza del
prolungamento del bonus ristrutturazioni – già in vigore nel 2019 – per tutto
l’anno in corso. Questo comporta un dato importante: sono infatti confermate le
detrazioni fiscali sulle spese sostenute per gli interventi di ristrutturazione
edilizia, che comprendono anche la “sottocategoria” delle spese effettuate presso
immobili in cui risiede stabilmente (ha la residenza) una persona disabile,
volte espressamente a migliorare la qualità della sua vita. In questo caso,
infatti, la detrazione Irpef riconosciuta ammonta a ben il 50% della spesa
sostenuta, con un tetto massimo di 96.000 € per ciascun immobile ristrutturato.
La quota è, quindi, rimasta invariata rispetto all’anno scorso e continuerà ad
essere applicata su 10 rate annuali equivalenti.
Cos’è una barriera architettonica?
Per fare chiarezza sulle tipologie di lavori di ristrutturazione che
beneficiano della detrazione al 50% è necessario fugare ogni dubbio sulla
definizione di “barriera architettonica”. Le barriere architettoniche non sono
solo scale o gradini, bensì ogni elemento architettonico e costruttivo, del
mobilio o decorativo, che non consente oppure semplicemente limita lo
spostamento o lo svolgimento delle attività quotidiane di coloro che, per
qualsiasi motivo, hanno una capacità motoria ridotta o del tutto impedita,
anche solo in forma transitoria.
La definizione, inoltre, è estesa a coloro che – come già accennato – hanno
patologie agli organi sensitivi, quindi ad esempio alla vista o all’udito. È
considerata una barriera architettonica, infatti, anche «la mancanza di
accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità
dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non
vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi».
La legge di riferimento è il Decreto Ministeriale 236/89, attuativo della Legge
13/89; essa è stata attualizzata con la legge 104/92. Come esplicitamente
dichiarato dal testo della legge, ogni intervento è indirizzato a garantire «il
pieno rispetto della dignità umana» e «i diritti di libertà e di autonomia
della persona handicappata», allo scopo di promuoverne la piena integrazione
nella società, e in particolare negli ambienti domestici e in quelli
lavorativi.
Quali lavori sono ammessi alla detrazione?
Chiarito il concetto di “barriera architettonica”, facciamo qualche esempio di
lavoro ammesso alla detrazione fiscale:
1.rientrano tra gli interventi per la rimozione delle barriere architettoniche
l’acquisto e l’installazione, nonché i lavori di manutenzione, di ascensori
domestici, montacarichi, montascale sia a piattaforma sia a poltroncina;
2. è una spesa ammessa alla detrazione anche la sostituzione di scale e gradini
con rampe a norma, l’adattamento delle dimensioni di porte e finestre e
l’ampiezza degli spazi necessari per la rotazione di una sedia a rotelle;
3.rientrano tra gli interventi ammessi in sede di dichiarazione dei redditi
anche le spese effettuate per la realizzazione di strumenti che, «attraverso la
comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico», siano finalizzati a
favorire la mobilità delle persone con handicap grave.
Va inoltre ricordato che i lavori di ristrutturazione possono interessare anche
il perimetro esterno dell’abitazione, compresi gli spazi all’aperto, come
giardini, verande, garage, viali d’accesso, parcheggi privati.
di Daniele Grattieri da Solo Ecologia del 12.03.2020
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