Nella misura “sono stati introdotti elementi che comportano una ingiustificabile disparità di trattamento per i lavoratori autonomi invalidi: se questi percepiscono una integrazione al reddito appunto in ragione della loro invalidità vengono esclusi”: dopo la risposta rassicurante di Inps, ora Fish, Fand, Favo, Uniamo e Ail scrivono al governo
ROMA – L’Inps ha risposto, ora tocca al governo: in merito alla compatibilità tra bonus di 600 euro e pensioni d’invalidità, Fish, Fand, Favo, Uniamo e Ail chiedono chiarimenti e rassicurazioni in una lettera aperta appena diffusa.
“Fra i recenti provvedimenti straordinari assunti in occasione
dell’emergenza COVID-19 c’è anche il noto bonus di 600 euro, misura pensata per
sostenere i lavoratori autonomi (comprese le cosiddette “partite
IVA”) altrimenti privi di strumenti di protezione e di integrazione del
reddito come la cassa integrazione – scrivono – È senz’altro una misura che tenta
di supportare una ampia fascia di persone in probabile difficoltà
economica”.
Il problema è che “in fase di applicazione di quel bonus sono stati
introdotti elementi che comportano una ingiustificabile disparità di
trattamento per i lavoratori autonomi invalidi: se questi percepiscono una
integrazione al reddito appunto in ragione della loro invalidità vengono
esclusi dal nuovo bonus di 600 euro. La Fish, ponendo il problema all’Inps, ha
già ottenuto una risposta: l’esclusione non riguarda le pensioni/assegni assistenziali,
quelli per invalidità, cecità e sordità civile, ma “solo” le analoghe
prestazioni previdenziali di invalidità, quelle che spesso constano di poche
centinaia di euro e che derivano da versamenti previdenziali del lavoratore
stesso”.
Di questa possibile discriminazione ora le associazioni chiedono conto al
governo, raccomandando che “venga tempestivamente rimossa”.
Da Redattore Sociale del 16.04.2020
Lascia un commento