Un ricco portale dedicato ai bambini ricoverati in ospedale o che sono costretti ad assentarsi da scuola per molti giorni. Novità anche per gli studenti con disabilità.
L’istruzione è un diritto di tutti, anche per gli studenti che per motivi di salute sono ricoverati in ospedale o devono restare a casa, assenti da scuola. È in questa ottica che è nato il Portale nazionale per la Scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, dedicato alle famiglie degli alunni ricoverati a casa o in ospedale. L’obiettivo è di potenziare le strategie inclusive applicate dai docenti, creando un collegamento efficace tra scuole e alunni in difficoltà e permettendo alle famiglie di avere tutte le informazioni utili sul servizio scolastico.
Un portale
al servizio di studenti e famiglie
Il portale è già attivo ed è ricco di informazioni. Da un lato, permette allo
stesso MIUR un monitoraggio costante grazie ai dati e alle risorse presenti;
dall’altro fa sì che famiglie, docenti, operatori di scuole e ospedali possano
avere informazioni puntuali e dettagli sui progetti più significativi,
sviluppati dalle Scuole Polo, dal MIUR, dagli Uffici Scolastici Regionali e
anche dal personale sanitario.
Ci sono spazi dedicati ai servizi regionali, alla normativa, ai progetti in
atto e alla formazione. C’è però uno spazio, in particolare, che arriva dritto
al cuore. Un’area dedicata alle storie; vicende reali che fanno riflettere su
quanto sia importante il servizio di attività scolastica domiciliare. Storie
come quella di Marisa (nome di fantasia), a firma della giornalista Natalia
Poggi. Una ragazza divenuta anoressica e che grazie alla scuola a domicilio può
continuare i suoi studi e riprendersi pian piano in mano la propria vita; o
quella di uno studente di ingegneria informatica con una patologia genetica che
attraverso la ‘scuola in ospedale’ e utilizzando il Pc come supporto
nell’apprendimento ha incontrato la sua passione: l’informatica. Leggere le
storie dei ragazzi emoziona e permette di riflettere.
Dal prossimo
anno scolastico, al via il registro elettronico unico
Il portale si doterà per il prossimo anno scolastico di un registro elettronico
unico per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, per lo scambio di
informazioni fra gli insegnanti della scuola ospedaliera e della scuola di
appartenenza, fra i genitori e il personale ospedaliero: il sistema terrà
traccia di tutti i periodi di frequenza e fornirà prospetti riassuntivi; il
registro ‘seguirà’ lo studente durante l’intero periodo di ospedalizzazione o
di ricovero domiciliare.
La Scuola in
Ospedale, i dati
La Scuola in Ospedale è una possibilità importante per garantire il diritto
allo studio e all’istruzione in ospedale o a domicilio. Sul territorio
nazionale sono presenti 18 scuole polo e oltre 200 sezioni ospedaliere che
coinvolgono circa 740 docenti. L’alunno viene preso in carico in modo totale,
coinvolgendolo non solo dal punto di vista didattico ma in quello emotivo e
relazionale. L’alunno al centro, insomma, per garantirgli diritti e futuro.
Nell’anno scolastico 2017/2018 sono stati ben 68.900 studenti a usufruire della
scuola in ospedale, prevalentemente dalla scuola primaria (40,1%) e dalla
scuola dell’infanzia (32,1%); ma anche studenti della scuola secondaria di
primo grado (19%) e di quella di secondo grado (8,9%). Le regioni maggiormente
coinvolte sono la Campania, Lazio, Liguria, Lombardia e Sicilia.
Istruzione
domiciliare in campo
Il servizio di istruzione domiciliare è l’altro grande ramo fondamentale per
permettere agli studenti di ogni ordine e grado sottoposti a terapie
domiciliari che impediscono la frequenza di scuola per un periodo non inferiore
a 30 giorni (anche non continuativi) di continuare il loro percorso di studi.
Il servizio è attivabile su iniziativa del consiglio di classe, che elabora un
progetto formativo con l’indicazione delle discipline alle quali dare priorità,
le ore di lezione previste e il numero di insegnanti coinvolti. Il progetto
dovrà poi essere approvato dal collegio dei docenti e dal consiglio d’Istituto
e inserito nel Piano triennale dell’offerta formativa. In linea di massima, il
monte ore delle lezioni equivale a circa 4 o 5 ore settimanali per la scuola
primaria, 6/7 ore settimanali per la secondaria di primo grado e secondo grado,
sebbene sia comunque modulato in base ai bisogni di ogni studente ammalato.
Nell’anno scolastico 2017/2018 sono state elargite ben 64.715 ore di istruzione
domiciliare, soprattutto in Lombardia e nelle Marche.
In campo
nuove norme per gli alunni con disabilità
Intanto, grandi passi avanti si stanno facendo anche per gli alunni con
disabilità. Il Consiglio dei Ministri ha infatti recentemente approvato, in via
preliminare, un provvedimento che modifica le nuove norme in materia, che
dovrebbero entrare in vigore dal prossimo settembre. Intanto, viene rivista la
composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di
disabilità, che includerà anche un medico specializzato nella patologia
dell’alunno. Inoltre, saranno coinvolti i genitori dell’alunno e, se
maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità nel processo di assegnazione
delle misure di sostegno, che quindi non saranno erogate in via meccanica solo
sulla base della certificazione.
Al via i
Gruppi per l’Inclusione Territoriale
Nascono poi i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT), formati su base
provinciale. Si tratta di nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole
nella redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e nell’uso dei
sostegni previsti nel Piano per l’Inclusione. I GIT avranno anche il compito di
verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che
il dirigente scolastico invierà all’Ufficio Scolastico Regionale.
Parte nelle
scuole il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione
A livello scolastico opererà, invece, il Gruppo di lavoro operativo per
l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di
classe e che prevede la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità,
delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione
scolastica che interagiscono con l’alunno; ci sarà anche il supporto dell’unità
di valutazione multidisciplinare e un rappresentante designato dall’Ente
Locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di
redigere il Piano Educativo Individualizzato, compresa la proposta di
quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto
conto del profilo di funzionamento dell’alunno.
Una strada
verso l’inclusione
Insomma, metodologie e strumenti saranno decisi con un Piano didattico più
incentrato sulle caratteristiche del singolo studente. Un passo avanti
notevole, se si pensa alla tradizione italiana che interpreta la disabilità
sulla base del modello medico individuale. Recentemente una parte di studi
scientifici sta proponendo un modello alternativo per interpretare la
disabilità. Secondo questo nuovo modello sociale, la disabilità si riferisce a
tutte quelle barriere culturali, sociali e politiche che mettono la persona con
disabilità in situazioni di difficoltà e che permettono così forme di macro e
micro esclusione. Invece, sono le stesse persone con disabilità che dovrebbero
avere un ruolo attivo nelle scelte che li riguardano. Dopo il superamento delle
scuole speciali e una tendenza spostata sempre più verso l’inclusione, sembra
ora che queste nuove norme procedano nella definizione di una strada che porti
il contesto in cui l’alunno con disabilità vive ad avvicinarsi all’alunno
stesso, abbattendo le barriere.
Da Startup Italia 24 agosto 2020 di Sara Riboldi
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