Lucia Valenzi, figlia dell’artista e presidente della fondazione, si è rammaricata di non poter essere presente alla presentazione del catalogo perché nel Complesso di San Domenico Maggiore il montascale elettrico per disabili è rotto.
Lei ci sarà domani?
«Dipende se riuscirò a salire. Mi avevano promesso un tecnico, ma per due giorni non è arrivato, e quando è giunto non aveva gli strumenti per riparare il guasto».
L’assessore alla Cultura Eleonora de Majo ha assicurato un intervento nella giornata di ieri.
«Sono riuscita a salire all’inaugurazione, in realtà una sala senza barriere architettoniche il Comune non la possiede. Tutto il primo piano di San Domenico, con varie sale una più bella dell’altra, è stato ristrutturato senza pensare ai disabili».
Ci sono molti altri luoghi così a Napoli, signora Valenzi?
«Al Mann si va tranquilli. Al Museo di Capodimonte manca un parcheggio specifico ma nel museo ci si muove benissimo. Non tutto però è così. Ma in questo caso specifico anche molti miei amici hanno dovuto rinunciare a visitare la mostra dedicata a mio padre. I montascale elettrici non funzionano mai molto bene, e in più in questo caso ce n’è un pezzo esposto alle intemperie. Si crea dunque un circolo vizioso: la maggior parte dei disabili rinuncia, e mancando gli utenti manca la manutenzione e le parti elettriche si rovinano».
In molti monumenti europei le barriere sono abbattute da tempo.
«Infatti. Siamo sempre al palo. Ho fatto tante battaglie simili a una fatica di Sisifo mentre stai spingendo il masso ti ricade addosso. Ma c’è tanta sensibilità sono stata subissata di messaggi. Il Comune si lamenta di una mail bombing nei loro uffici: la gente, se l’ha fatto, è perché lo sente».
Da La Repubblica di Stella Cervasio 2 ottobre 2020
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