Alessia ha trentacinque anni ed è in carrozzina a causa dell’Atassia di Friedreich. La sera del 26 dicembre avrebbe voluto assistere ad una proiezione al cinema The Space di Parma Centro, ma i posti per le carrozzine – soltanto due in quella sala – erano già occupati, da qui il suo sfogo su Facebook per la scarsa organizzazione.
PARMA. “I disabili a Natale non possono andare al cinema come le altre
persone”. È così che inizia il video sfogo di Alessia Mainardi, pubblicato su
Facebook. Alessia ha trentacinque anni, vive a Parma insieme alla nonna (unico
grande aiuto che ha) e le sue tre Jack Russell, di lavoro fa la scrittrice e
per hobby la cosplayer. Da due anni è in carrozzina a causa dell’Atassia di
Friedreich, una malattia genetica neurodegenerativa.
Per questo, tra le varie barriere contro le quali è costretta a combattere, ci
sono soprattutto quelle logistiche e organizzative durante la normale vita
sociale: come quelle che la sera di Santo Stefano, presso il cinema “The Space”
(Parma Centro) del centro commerciale “La Galleria”, non le hanno permesso di
vedere il film.
“Mi trovavo con mia nonna Betty, siamo arrivate con venticinque minuti di
anticipo. Dopo aver fatto la coda come tutti gli altri ci è stato detto che non
potevano darmi un biglietto perché la sala era già piena: i posti per la
carrozzina, infatti, erano ‘la bellezza’ di due… tutti già occupati.”
Problema fin troppo comune che le persone con disabilità conoscono bene: sale
dei cinema raramente adatte alle carrozzine, o con un numero insufficiente di
spazi adeguati (quasi sempre in primissima fila, sotto lo schermo, perciò
scomodissimi).
“A quel punto, senza lamentarmi, ho chiesto che mi fosse rilasciato un
biglietto per l’indomani, ma non hanno voluto erogarmelo: hanno detto che sarei
dovuta tornare il giorno seguente, ovviamente senza la garanzia di essere tra i
primi due spettatori con disabilità e quindi senza sapere se sarebbe toccato a
me vedere il film.”
A quanto sostenuto dal cinema in questione, la normativa italiana gli imporrebbe
di erogare i biglietti omaggio per disabili il giorno stesso dello spettacolo.
Così racconta Alessia, che ci tiene a specificare:
“Non è tanto una questione di normativa, ma di capienza delle sale e di buon
senso: più la sala è piccola e minore è il numero di posti per disabili, perciò
la responsabilità è anche del cinema stesso. Basterebbe riuscire a capire, ad
esempio attraverso delle prenotazioni, quanti siano i disabili che vogliono
assistere ad un preciso spettacolo in modo da proiettarlo nella sala più grande
a disposizione.”
Lo sfogo di Alessia si conclude suggerendo di considerare le prenotazioni dei
biglietti almeno per coloro che vengono lasciati fuori una volta arrivati al
cinema, permettendogli così di ritornare ad un’altra proiezione con certezza,
evitando viaggi inutili. In caso di mancata presenza, poi, si può sempre
sbloccare il biglietto prenotato un po’ prima dell’inizio del film, rendendolo
nuovamente disponibile.
“Purtroppo non solo il sito online di The Space non permette di prenotare i
posti per disabili, che appaiono non selezionabili sul sito, ma nel numeratore
dei posti disponibili in sala, visibile solo alle casse del cinema, non c’è
alcun riferimento su quanti siano i posti per disabili e se questi siano già
occupati… Quindi, senza una risposta della cassiera, non c’è modo di evitare la
lunga coda: personalmente mi sarei risparmiata quindici minuti di attesa.”
Alessia e sua nonna non hanno potuto fare altro che tornare a casa con l’amaro
in bocca, ma è proprio Betty a rilasciare un’ultima osservazione:
“Vado spesso al cinema e c’è sempre una cosa che mi dà fastidio, la mancata
sicurezza per le persone con disabilità. Alla sala si accede dall’ultima fila,
dove ci sono gli spazi per le carrozzine, e le altre file degradano lungo una
gradinata. A fine sala ci sono le uscite di sicurezza che, essendo in fondo ai
gradini, sono impossibili da raggiungere per una persona con disabilità. In
caso di incendio o terremoto, i disabili possono raggiungere soltanto
l’ingresso del cinema, ritrovandosi al primo piano con scala mobile e ascensore
bloccati, per sicurezza, e solo le scale in muratura per guadagnare il piano
terra e la ‘salvezza’. Insomma, c’è ancora tantissimo da fare.”
di Iacopo Melio da Fanpage.it
del 29.12.2019
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