Disabilità e burocrazia. Graziana Pacetti racconta l’odissea per esser autorizzata ad accedere in ZTL. Ha pagato le multe, ma si sente «offesa da questo modo di pensare».
MASSA. Sia chiaro: lei con la legge e con il fisco vuole essere a posto. E se le è arrivata una cartella da 534 euro, beh ha pagato fino all’ultimo centesimo. Le rimane però l’amaro in bocca. L’amaro di chi vede nella legge – nella sua applicazione, soprattutto – una rigidità che schiaccia le persone. Le vite, le storie. Perché è vero che Graziana Pacetti, invalida al 100%, da 50 anni in sedia a rotelle, è entrata con l’auto in zona a traffico limitato, è pure vero che se nel 2015 aveva comunicato la targa dell’auto, fornito la documentazione sull’invalidità e chiesto l’autorizzazione, nel 2016 quell’iter non l’ha fatto, «ma – si sfoga – possibile che ogni anno debba dimostrare che sono invalida? La mia è una invalidità permanente eppure io devo passare tutta la vita a dar prova che siedo su una sedia a rotelle. Ci siedo da 50 anni e devo ribadirlo ogni giorno. Mi sento offesa da questo modo di pensare». Si sente offesa Graziana, 75 anni, ex consigliera provinciale, «di dover sempre dimostrare la disabilità». Lei, carrarese, nel 2016 è entrata, con tagliandino invalidi, nella zona a traffico limitata e si è beccata due multe per non essere autorizzata: « L e ho ricevuta a casa e mi sono rivolta ai vigili urbani. Ho chiarito la mia posizione, portato documenti sull’invalidità. Pensavo di aver risolto tutto. Poi mi è arrivata la cartella da oltre 534 euro». E lei l’ha pagata: «Mi sembra corretto». Meno corretta le sembra una burocrazia rigida che ogni anno le chiede di ribadire quello che da 50 anni per lei è normalità, vita, evidenza: «Ho rinnovato recentemente la patente e ho scoperto che, per volontà dell’Europa, non devo più sottopormi alla visita della commissione medica. L’Europa ha capito che io sono sempre seduta sulla stessa sedia a rotelle». Graziana chiede anche al Comune di capirlo. Il sindaco garantisce massima disponibilità: «Il nostro compito – spiega il 30 dicembre, a margine della conferenza di fine anno – è sostenere i cittadino, non crear loro difficoltà. A fronte di tutta la documentazione, valuteremo il da farsi». Eppure è proprio quel produrre documentazione – sempre la stessa da 50 anni – che rende dura la vita – e offende – Graziana Pacetti: «Sono andata in Comune – riferisce – e ho chiesto un appuntamento al sindaco, ma non sono stata contattata per un incontro». Per spiegare che dover dimostrare la propria disabilità offende, che la burocrazia può diventare accanimento: «A Carrara – sposta l’attenzione oltre Foce – mi si chiede di portare la documentazione dai vigili, poi in Comune, quindi di pagare 5 euro, andare nell’ufficio addetto alla ZTL. E in quell’ufficio c’erano pure 3 scalini. Se potessi far tutto non tanta facilità- Graziana riesce a metterci un pizzico di ironia – mi toglierebbero l’accompagnamento». (C.S.)
Da Il Tirreno del 02.01.2020
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