Viene definita barriera architettonica qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente per le persone con limitata capacità motoria.
Esistono leggi in Italia per tutelare i diversamente abili, ma anche quelle mamme che conducono un passeggino, per muoversi agevolmente su marciapiedi, passaggi pedonali e parcheggi. Ma nonostante questo gli ostacoli non mancano e, con il passare degli anni, si accentuano i problemi per i disabili a causa della degradata superficie dei marciapiedi che presentano difficoltà anche a chi non ha problemi di movimento.
Un quartiere il nostro che ha quasi cinquant’anni e li dimostra tutti e la causa va ricercata nella scarsa manutenzione del territorio. Quando è stato edificato Colli Aniene le leggi a tutela della disabilità erano diverse ma nulla è stato fatto dopo i provvedimenti successivi per adeguare il territorio alle nuove normative. Ad esempio, una giusta dimensione per un percorso pedonale è di 150 cm e, qualora ci fosse, il dislivello fra zone adiacenti non deve superare i 2,5 cm. Si deve fare inoltre attenzione a non creare restringimenti o ad inserire elementi che ne intralcino l’utilizzo. La pavimentazione deve essere costruita in materiale antisdrucciolevole, e la superficie deve essere ben livellata. Bisogna prestare attenzione, inoltre, al fatto che eventuali griglie poste lungo il percorso non facilitino l’incastro delle ruote della carrozzina.
Quanti marciapiedi del quartiere corrispondono a queste caratteristiche? Quanti sono gli attraversamenti pedonali che non costituiscono una barriera naturale (buche, radici sporgenti, mattonelle sollevate) o artificiale?
Oggi prendiamo come esempio negativo viale Franceschini, una delle strade principali del quartiere, dove si possono trovare diversi tipi di barriere. Il marciapiede della carreggiata opposta alla chiesa Santa Bernadette è lungo circa 80 cm, molto inferiore alla misura minima di 150 cm e, badate bene, al centro di detto marciapiede vi si trova prima il palo di una palina dell’ATAC che riduce il passaggio a circa 40 cm (insufficiente anche una persona) e poco dopo vi si trova il palo di sostegno del semaforo che crea lo stesso problema. Un percorso impossibile per chi ha un handicap motorio.
Se qualcuno pensasse di poter utilizzare l’altro lato della strada, si sbaglia di grosso. Nel tratto di fronte alla chiesa, per realizzare un parcheggio, sono state istallate delle barriere tubolari che lasciano circa un metro di larghezza del marciapiede fin quasi alla cabina elettrica dove lo spazio di camminamento si riduce a circa mezzo metro.
Se anche questo non fosse abbastanza di ostacolo, ci sono i due attraversamenti di viale Franceschini con una pavimentazione pressoché disastrosa e poco illuminati. Il primo posto davanti alla Coop, oltre alle radici degli alberi che ostacolano perfino il passaggio a piedi, ha addirittura un albero in mezzo al percorso. Non parliamo poi delle condizioni dell’altro attraversamento e del suo proseguimento che consente di raggiungere la Sala Falconi, dove le condizioni della pavimentazione lo rendono simile a un percorso di sopravvivenza soprattutto di notte o in caso di maltempo.
Per oggi fermiamoci qui, analizzeremo in un altro momento gli alberi mai potati che costringono i passanti quasi a genuflettersi per raggiungere la propria destinazione.
Da Abitare a Roma 16/2/2021
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