L’episodio ieri, lunedì 22 febbraio, alla stazione Termini. La nota dell’azienda: “Ecco cosa abbiamo fatto per intervenire sull’accessibilità delle stazioni”
Atac ha svolto immediati accertamenti sul grave disservizio occorso ieri a un viaggiatore con disabilità, col quale l’azienda si scusa, rimasto bloccato all’interno della stazione Termini per la disattivazione di un ascensore. È stato accertato che la criticità è stata determinata da alcune infiltrazioni d’acqua dall’esterno, che hanno reso necessario la chiusura dell’impianto per ragioni precauzionali”. Così Atac commenta gli eventi che hanno coinvolto un utente disabile, Dario Dongo, avvocato, presidente dell’associazione Egalité e membro dei Comitati direttivi Disability Pride Italia e Senegal. Per scendere le scale ieri pomeriggio alla stazione Termini, principale scalo ferroviario della Capitale d’Italia, su una bicicletta a tre ruote per disabili, sono dovute intervenire tre persone per aiutarlo. L’ascensore era rotto. “L’azienda si è subito attivata con interventi specifici e conta a breve di risolvere la problematica”.
Certo il problema non è sporadico e ha interessato negli anni utenti e stazioni di entrambe le linee metro più vecchie, la A e la B. Solo lo scorso giugno, lo ricordiamo, Atac è stata condannata dal Tribunale a risarcire di mille euro un utente rimasto bloccato due volte nell’ascensore delle stazioni Eur Magliana e Eur Palasport. “Atac assicura di essere impegnata quotidianamente per migliorare l’accessibilità delle proprie infrastrutture, come mostrano i notevoli passi avanti compiuti in questi ultimi anni nella gestione e nella manutenzione degli impianti di stazione” continua l’azienda in una nota stampa.
Cosa ha fatto Atac per le manutenzioni
Ecco gli interventi che sarebbero stati avviati. “A partire da maggio 2019 sono state eseguite 175 revisioni speciali e 81 revisioni generali, tra cui molti impianti del nodo di scambio di Termini” si legge nella nota. “Sono stati sottoposti a mirati interventi straordinari da parte del costruttore circa 20 impianti nel tratto centrale della Linea A ed è stato supervisionato da parte del costruttore l’intero parco scale mobili della Linea C”. E ancora: “Si sta lavorando, inoltre, all’apertura al pubblico di sei ascensori della Roma-Viterbo. Fra le attività in corso, si segnalano la gara in fase di aggiudicazione per la fornitura e l’installazione di due ascensori presso la stazione San Giovanni della Linea A e la redazione di un capitolato per sostituire tutti i servoscala, dato che quelli attuali sono risultati poco efficienti”.
“L’azienda ricorda infine che non sempre la chiusura di un impianto è determinata da un guasto o da eventi sotto il diretto controllo di Atac. Sul totale di 656 impianti al servizio del pubblico, infatti, circa l’8% – 50 impianti – sono fermi per la limitazione dei percorsi imposti dall’emergenza sanitaria. Altri 48, pari al 7%, sono fermi perché a fine vita tecnica e in corso di sostituzione”.
“Quanto accaduto a Termini è vergognoso e ingiustificabile. La cruda verità è che a Roma i diversamente abili sono costretti a vivere spesso prigionieri, tra marciapiedi dissestati, ascensori orrendamente sporchi se non fermi, autobus inaccessibili perché senza pedana mobile, barriere architettoniche ovunque. Una semplice passeggiata diventa un’odissea, ancora più difficoltoso è uno spostamento per lavoro. I Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), previsti dal 1986, sono il più delle volte, e vergognosamente, disattesi”, scrive in una nota il presidente dell’Osservatorio “Roma! Puoi dirlo forte” e candidato a sindaco Tobia Zevi. “Progettare e realizzare una città senza barriere architettoniche – aggiunge – è una questione di civiltà. Ignorare questo dovere vuol dire violare i diritti di migliaia di cittadini”.
Da Roma Today 23/3/2021
Lascia un commento