Turismo in quota sempre più accessibile grazie a un progetto di inclusione che vedrebbe ad Alagna la prima scuola di alpinismo per persone disabili. Un’idea che sta cercando di sviluppare il bellunese Moreno Pesce, che nel 1997, in seguito a un incidente stradale, ha perso la gamba sinistra. Negli ultimi anni l’atleta paralimpico ha imparato a conoscere la Valsesia attraverso una sfida che da personale è diventata molto più ampia: l’obiettivo è quello di arrivare fino ai 4.554 metri della Capanna Margherita. In collaborazione con l’organizzazione della Monte Rosa Sky Marathon, ha creato il progetto “Ama-bilmente” che nel 2019 ha portato sul Monte Rosa sette atleti amputati. Un’avventura che si ripeterà anche quest’anno, tra il 15 e il 20 giugno, con un nuovo tentativo di salita al rifugio più alto d’Europa.
«Si tratta dell’evento sportivo in montagna più inclusivo per noi amputati – spiega Moreno Pesce, classe 1975 –. Lo scorso anno è stato annullato a causa del Covid, ma quest’anno si prepara a tornare, e sto provando ad avere il patrocinio del Comitato italiano paralimpico. In questi anni ho avuto modo di stringere rapporti con chi si occupa di skyrunning ad Alagna, persone molto attente alle esigenze di chi ha delle disabilità».
Un punto di partenza per dar vita a un progetto che possa andare al di là della sfida legata alla Sky Marathon. «Proprio Alagna potrebbe essere il luogo adatto per avviare per una scuola di alpinismo che possa portare in quota amputati e chi ha problemi di mobilità fisica – continua Pesce -. Un progetto di inclusione a largo raggio sul Monte Rosa, che offre tanti itinerari, dal più semplice al più difficile, sia per disabili alle prime armi con la montagna sia per quelli più esperti. Esperienze che aiuterebbero le persone coinvolte a trovare nuovi stimoli, e al tempo stesso permetterebbero di sviluppare il turismo anche in questa direzione».
L’idea c’è, i protagonisti anche: «Due guide alpine alagnesi del calibro di Michele Cucchi e Paolo Dalla Valentina hanno già lavorato con persone come noi affiancandoci in “Ama-bilmente” – afferma l’atleta – e anche il gruppo Cimberio mi supporta. Siamo dunque in contatto per abbozzare possibili scenari futuri, partendo dal fatto che è sempre più necessario un turismo accessibile. Chissà che si possano aprire dei tavoli, anche per abbattere le eventuali barriere architettoniche presenti in paese. E, da lì, trasformare un sogno in realtà”. —
Da La Stampa 19/4/2021
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