Rendere il parco del Ticino accessibile anche a chi ha una disabilità motoria, realizzando percorsi con pavimentazioni idonee, prevedendo posti auto in punti strategici e zone d’ombra, adeguando l’accesso alle rive. È questo l’obiettivo del Parco del Ticino che ha siglato una convenzione con il dipartimento di Ingegneria civile e architettura dell’Università di Pavia per attività di ricerca legate alla sostenibilità e alla fruizione di aree verdi ora precluse a chi fatica a camminare o è costretto a muoversi in carrozzina. gli obiettivi Il progetto è stato chiamato “Preciso – Parco del Ticino inclusivo” e prevede, da parte dell’ateneo, di valutare la parte di parco compresa tra il parcheggio del Vul e il Lido e tra piazzale Tevere, all’altezza della Casa sul fiume, e lo spiaggione della Sora. Si dovrà verificare il livello di fruibilità di queste zone e predisporre uno studio che preveda soluzioni progettuali in grado di consentire l’inclusione in alcuni tratti delle sponde del Ticino.
È prevista una fase sul campo, spiega Fabio Signorelli, consigliere dell’Ente di via Magenta con rilievi per accertare, ad esempio, il numero e la distanza di posti auto riservati, la pavimentazione dei percorsi, la presenza di scale, di rampe e di sedute, le zone d’ombra, la segnaletica, la presenza di servizi igienici, l’accessibilità alle rive. natura per tutti «Lo studio verrà poi ampliato ad altre parti del Parco – spiega Signorelli -. Lo scopo è quello della fruizione a persone con disabilità di luoghi ad alta valenza naturalistica, vicini al centro urbano. Avremo una mappatura dei punti dove è necessario abbattere le barriere architettoniche e proposte sui materiali da utilizzare».
Al termine di questa fase di rilievi, peraltro già in corso, saranno quindi elaborate linee guida e soluzioni progettuali, disponibili il prossimo autunno. Alessandro Greco, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura e delegato del rettore all’Edilizia, parla di «una nuova opportunità per il gruppo di ricercatori di Architettura Tecnica del DICAr, impegnati in attività sul tema dell’accessibilità e della fruizione ampliata dal 2006». «Il tema della fruizione degli spazi aperti è diventato centrale dopo l’emergenza pandemica e la ricerca di soluzioni per favorire l’inclusione rappresenta una delle sfide più affascinanti – spiega Greco -. L’obiettivo è fornire al Parco principi progettuali inclusivi applicabili anche in altre zone».
Per Fabio Pirastu, presidente di UILDM, Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, «si tratta di un passo importante verso il diritto alla mobilità personale che resta uno degli obiettivi della convenzione ONU». «Le barriere – aggiunge – sono ancora un elemento di discriminazione verso le persone con disabilità e mi auguro il coinvolgimento anche della UILDM. Il nostro consiglio è di osservare la normativa e realizzare interventi che rendano i luoghi realmente accessibili, prestando attenzione a materiali e usura». — Stefania Prato L’accesso alle aree naturali del Parco del Ticino è quasi impossibile per chi si muove in carrozzina
Da La Provincia Pavese del 25 giugno 2023 di Stefania Prato
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