Banca Sella lancia le sue nuove carte di debito, caratterizzate da una forte impronta verso l’inclusione e la sostenibilità. Le carte hanno infatti un profilo facilmente riconoscibile al tatto, così che anche le persone non vedenti e ipovedenti possano identificarle con facilità.
Sono state inoltre realizzate con plastica riciclata così da ridurre l’impatto sull’ambiente. Le nuove carte di debito di Banca Sella, oltre a mantenere le tradizionali funzionalità di pagamento, si distinguono per il particolare design che prevede su un lato un profilo con bordo smussato facilmente riconoscibile al tatto da persone non vedenti e ipovedenti, consentendo loro un’esperienza di pagamento più agevole e veloce. Le carte sono state sviluppate e realizzate in partnership con Idemia, azienda leader mondiale in identity technologies.
Banca Sella per favorire comportamenti sempre più responsabili e sostenibili, ha scelto di utilizzare per le proprie carte il Pvc riciclato che, rispetto al materiale plastico standard, permette di ridurre le emissioni di Co2 nell’ambiente del 36%.
Un’iniziativa che va ad aggiungersi alla carta Sella Junior, lanciata lo scorso anno e pensata per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni, che è realizzata in «Parley Ocean Plastic»: un materiale completamente riciclato ricavato da oggetti di plastica raccolti sui fondali e sulle spiagge di tutto il mondo, grazie all’aiuto di governi ed enti locali dei paesi che aderiscono all’iniziativa lanciata da Parley, l’organizzazione ambientale nata nel 2012 a tutela degli oceani .«Le nuove carte di debito permettono maggiore accessibilità e inclusività anche per i clienti non vedenti e ipovedenti, che in questo modo potranno utilizzare la propria carta con facilità e con un maggiore senso di sicurezza e indipendenza – afferma Andrea Pozzi, Head of Banking and Payments di Banca Sella -. Grazie anche al materiale utilizzato per la loro realizzazione, vogliamo confermare il nostro impegno verso scelte responsabili e sostenibili per contribuire ad aumentare l’attenzione sull’impatto ambientale dei nostri comportamenti quotidiani».
Da La Stampa del 24 settembre 2023
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