L’associazione Città Viva scrive al sindaco puntando il dito sulle scelte adottate e sull’effettiva necessità di così tanti attraversamenti pedonali. «Meglio scelte orientate realmente a sanare molte carenze riguardo le barriere architettoniche di maggiore impatto in città».
I passaggi pedonali rialzati realizzati al Corso Garibaldi destano più di una perplessità in alcune associazioni cittadine. Tra queste, l’Associazione Città Viva ha scritto al sindaco Gaetano Cimmino, agli assessori e dirigenti al ramo per sottoporre alla loro attenzione alcune criticità riscontrate. Si tratta, lo ricordiamo, di attraversamenti pedonali che sono costati alle casse dell’ente ben 17.000 euro ciascuno.
La prima osservazione che Enzo Guadagno, presidente di Città Viva, evidenzia è che questi attraversamenti hanno misure «decisamente esagerate e sproporzionate (lunghezza 13-14 metri), cromaticamente invadenti e disturbanti in una zona dove il flusso pedonale di attraversamento è appena più presente e non certamente intenso, in un contesto ambientale naturalmente composto, misurato, delicatamente bello come quello della villa comunale». E proprio in questi giorni saranno realizzati altri due di questi attraversamenti anche in via Mazzini.
«Interrompere la continuità di corso Garibaldi – scrive Guadagno – , con un piano rialzato ogni 150 metri crediamo, sia eccessivo. Uno o due piani rialzati, opportunamente collocati a protezione di normali passaggi pedonali e intercettanti zone di maggiore flusso pedonale, come ad esempio a livello di via Tito o via Bixio, sarebbero stati sufficienti a moderare la velocità, soprattutto se assistiti da idonea segnaletica di preavviso. Riteniamo discutibile la scelta di collocare l’ultimo dei cinque piani rialzati alla fine di corso Garibaldi, dove la velocità veicolare recede spontaneamente per affrontare la curva a gomito ivi presente (ad appena tre metri dalla intersezione con la curva). Non comprendiamo inoltre perché le rampe per i disabili di tipo trapezoidale, ritagliate nel piano di calpestio della villa, siano asimmetriche e non centrali. Perché non dare continuità di quota a tutta l’area pedonale? La scelta di lasciare uno scalino di 7cm si presenta pericolosa. Un ipovedente avrebbe grossa difficoltà ad intercettare lo scivolo opposto». Ed ancora: «Le rampe per disabili sul marciapiede opposto alla villa comunale non sono per nulla definite in maniera chiara: il limite di un marciapiede stretto poteva essere risolto con un avanzamento del marciapiede stesso sul piano stradale di quel tanto da consentire la costruzione di rampe trapezoidali ben definite e ben visibili anche ai disabili portatori di deficit visivi, di cui quasi mai si tiene conto. Il progetto approvato non interviene sulla carenza di scivoli esistente a livello delle numerose traverse che si immettono su corso Garibaldi e a livello dei passi carrai che interrompono il marciapiede sinistro di corso Garibaldi, in quanto non facenti parte del progetto. La pendenza dei piani realizzati (minore del 6%) risulta essere del tutto insufficiente e inefficace a moderare la velocità veicolare. Sarebbero più utili dispositivi di accertamento automatico della velocità media. Alcuni dei piani rialzati intercettano i numerosi e per certi aspetti inopportuni dehors presenti, e comunque è evidente che la loro posa in opera è stata da essi condizionata. Sarebbe stato opportuno diversificare la parte pedonalizzata per i disabili rispetto alla restante parte pedonalizzata dell’area rialzata, anche solo sul piano cromatico, in modo da renderla facilmente individuabile. Le numerose lunghe (10-11 metri) strisce pedonali bianche presenti non consentono immediatezza nella individuazione delle rampe di accesso per i disabili».
Una serie di rilievi che fanno ritenere «le scelte progettuali quantomeno discutibili. Resta la convinzione che 170.000 euro potevano essere impiegati meglio ed orientati realmente a sanare molte carenze riguardo le barriere architettoniche di maggiore impatto in città. Riteniamo inoltre incomprensibile il voler ignorare il coinvolgimento di quelle associazioni civiche, come la nostra, che si interessano di vivibilità cittadina, evitando di proposito ogni confronto nonostante le diverse sollecitazione avanzate» conclude Città Viva.
Da StabiaChannel.it 22/3/2021 di Simone Rocco
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