MILANO. Viaggi in carrozzina. Un paio di settimane fa mi sono recato al Poliambulatorio di via Saint Bon 3. Non lo conoscevo. È all’interno dell’Ospedale Militare. Si tratta di una bella struttura. Situata nella zona ovest di Milano, Municipio 7. È un poliambulatorio facile da raggiungere, ben servito dai mezzi. Ci arrivano tre autobus: 49, 63 e 58. Ci arriva anche la metropolitana M1.
Si tratta di un bell’esempio di collaborazione tra Sistema Sanitario
Regionale e Sanità Militare. Capisco l’orgoglio con cui è stato inaugurato nel
2014. È uno di quei casi in cui la pubblica amministrazione è stata in grado di
investire al meglio i soldi dei cittadini. Gli investimenti sono serviti per
ristrutturare due piani di una palazzina, ricavare sale operatorie e ambulatori
ariosi. C’è anche un comodo ascensore, che per me è manna dal cielo. Riesco ad
arrivare dai medici senza dannarmi l’anima.
Peccato però che a luglio chiuderà, dopo appena sei anni di attività, e dopo
investimenti milionari. Perché? Non si sa.
Quello che si sa è che, da fine giugno 2020, non sarà più possibile prenotare
visite. Si sa anche che il parco Moravia, poco distante, verrà ridimensionato,
per ampliare una struttura privata presente nel parco stesso. Probabilmente il
poliambulatorio di via Sain Bon 3 verrà spostato in via Masaniello, ancora più
in periferia. Geniale.
Ci sono stato in via Masaniello. Ci sono arrivato con l’autobus 67. È l’unico
mezzo pubblico che ci arriva, e che mi ha lasciato a venti minuti a piedi dal
poliambulatorio.
Sono arrivato davanti al portone.
Immaginate la mia sorpresa nel verificare che, io in carrozzina, non potevo
entrare per via dei gradini. Per fortuna ho visto un campanello di chiamata.
Non funzionava.
Mi sono messo a urlare come in un film neorealistico, in cui il protagonista
grida: “A mà! Cala a pasta”.
Un’infermiera volenterosa si è affacciata dal secondo piano. Mi ha invitato ad
aspettare.
Sono scesi due infermieri. Mi hanno scortato in un cortile secondario
dall’asfalto sbeccato. Mi hanno aiutato a superare un primo gradino. E lì c’era
il montascale.
Avete presente le barzellette sull’ingegnere matto? Quello che mette il
montascale in un angolo, con un muro davanti, che ne impedisce l’accesso? Ecco!
Il montascale di via Masaniello assomigliava, e purtroppo assomiglia ancora, a
quello della barzelletta.
Tutto questo accade mentre si profila la chiusura dell’ospedale San Carlo, che
si trova sempre nella stessa zona di Milano. Mi sono chiesto perché questo
smantellamento della Sanita pubblica. E dopo molti arrovellamenti ho capito. Ho
compreso la lungimiranza degli amministratori. Perché tenere aperti dei servizi
funzionanti? Questo può creare disagio nei cittadini e nel personale. Meglio
chiudere. Così le persone non avendo esempi di buon funzionamento non faranno
sciocchi confronti, non se ne avranno a male nel vedere ciò che non funziona, e
non pretenderanno cambiamenti verso il meglio, che non esiste, e se esiste,
chiude. Geniale. Veramente geniale.
di Gianfranco Falcone da L’Espresso del 05.01.2020
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