ilgiornaledellaprotezionecivile.it ha deciso di focalizzarsi sulle difficoltà quotidiane dei soggetti più fragili della società, durante la pandemia di coronavirus. Per avere la massima diffusione possibile, la redazione ha lanciato anche una campagna social con l’hashtag #NonCiLasciareIndietro.
“Non c’è un’indicazione precisa su come comportarsi durante l’epidemia di
coronavirus. Fortunatamente riesco a far tutto da sola e su consiglio del mio
medico, ho deciso di mettermi in quarantena assoluta. Ho evitato tutti gli
spostamenti e ho chiesto al mio coinquilino di lasciare casa per qualche
giorno”. Sara ha 36 anni e ha una malattia autoimmune che le causa difficoltà
nei movimenti. La ragazza ha bisogno di andare in Lombardia per visite e
terapie specialistiche e fisioterapiche ma da settimane ha deciso di annullare
tutto per ragioni di sicurezza. “Ciò che mi colpisce è la comunicazione di
questi ultimi giorni: in sostanza tende a rassicurare coloro che stanno bene,
affermando che la malattia colpisce solo i soggetti più deboli della società.
Insomma, invece che unire, disunisce”, puntualizza Sara.
Lasciati indietro.
Allo stesso tempo, la sensazione delle associazioni che difendono i diritti
delle persone interessate da disabilità è che non ci sia stata un’attenzione
specifica delle istituzioni nei loro confronti. “Non si tratta di abbandono ci
mancherebbe ma in altri ambiti ci sono state disposizioni chiare, nel caso
delle disabilità non è accaduto”, spiega Alessandro Manfredi, presidente di
LEDHA, lega che rappresenta le organizzazioni di disabili attive sul territorio
lombardo.
Per questo motivo, le federazioni di associazioni per i diritti dei disabili
FISH e FAND hanno chiesto di integrare le misure adottate fino ad ora con
provvedimenti dedicati alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Le
richieste riguardano sia la scuola e il diritto allo studio che i centri diurni
e quelli residenziali. Senza dimenticare le agevolazioni lavorative per coloro
che assistono familiari o per gli stessi lavoratori con disabilità.
“In ambito scolastico vengono già segnalati disagi: in particolare, la
difficoltà di accesso alla formazione, al sostegno, agli educatori e al
supporto alla comunicazione (servizi che in alcuni casi non possono essere
erogati con la telepresenza ndr.)”, scrivono in un comunicato congiunto. Nel
mondo del lavoro poi, le federazioni richiedono un rafforzamento e l’estensione
di permessi e congedi già esistenti. Non manca un appunto sullo smart working:
si chiede di fissare garanzie e priorità affinché queste misure riguardino
innanzitutto i lavoratori con disabilità con un quadro clinico di maggiore
rischio”, continuano. “Stiamo dialogando con il governo affinché vengano
predisposte misure di questo tipo. Ci aspettiamo che vengano inserite nel
prossimo decreto legge dedicato ai provvedimenti economici”, spiega il
presidente di FISH Vincenzo Farabella.
In assenza di direttive chiare.
Anche in Regione Lombardia, al momento regna la confusione. “In assenza di
disposizioni chiare, in alcuni Comuni i servizi sono attivi e in altri no. Il
problema è molto evidente per quanto riguarda i centri diurni e i servizi
scolastici a distanza”, spiega Manfredi. “Non esiste una direttiva chiara che
riguarda queste strutture”, continua. Per questo motivo, LEDHA e FAND hanno
chiesto alla regione “di verificare l’opportunità o meno di mantenere aperti i
centri diurni disabili e, in ogni caso, di concordare con l’insieme dei Comuni
che regole seguire in merito al funzionamento dei servizi semiresidenziali. Per
quanto riguarda i servizi scolastici, anche le lezioni a distanza non vengono
erogate in maniera omogenea e allo stesso tempo, in molti casi, è stata sospesa
anche la fisioterapia a domicilio “senza un’adeguata comunicazione in merito
alle famiglie e agli utenti”, afferma Manfredi.
“Si tratta di un’emergenza sanitaria straordinaria, mai vissuta prima –
concorda Farabella – allo stesso tempo però, sono necessarie delle linee guida
nazionali per evitare situazioni simili in futuro”, conclude.
Di Marco Tonelli da Giornale della Protezione Civile del
14.03.2020
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