Cosa farò domani? La domanda di tante persone con disabilità

Cosa farò domani? La domanda di tante persone con disabilità

«Nell’affrontare la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, il Governo non considera categorie di minoranza, quali le famiglie, i bambini, gli studenti o le persone con disabilità»: lo dichiarano dall’Associazione Culturale torinese I Buffoni di Corte, che da anni propone progetti educativi, ricreativi e formativi per persone con disabilità cognitiva e motoria. Per questo, dunque, la stessa Associazione ha deciso di lanciare sul web una campagna di protesta incentrata su un video cui hanno dato voce oltre ottocento persone, basato sulla domanda «Cosa farò domani?»

Una ventina tra le centinaia e centinaia di persone che hanno chiesto “Cosa farò domani?” (persone con disabilità, volontari, familiari), nel video su cui si basa la campagna di protesta lanciata dall’Associazione torinese I Buffoni di Corte

«Nell’affrontare la “fase 2” dell’emergenza coronavirus, il Governo fornisce indicazioni sulla ripresa delle attività di categorie maggiormente rappresentate sul territorio italiano, mentre non considera minimamente categorie di minoranza, quali le famiglie, i bambini, gli studenti o le persone con disabilità»: lo si legge in una nota diffusa dall’Associazione Culturale I Buffoni di Corte, impegnata da molti anni sul territorio di Torino e provincia, nel proporre progetti educativi, ricreativi e formativi per persone con disabilità cognitiva e motoria, oltre ad essere punto riferimento per famiglie, volontari e operatori del settore. Alla luce di tale considerazione, dunque, la stessa Associazione torinese ha deciso di lanciare sul web una campagna di protesta incentrata su un video (disponibile a questo link) e basata sulla domanda «Cosa farò domani?».

«Sono più di tre milioni – dichiara Luca Nicolino, presidente dei Buffoni di Corte – le persone che che non sono state contemplate nelle misure prese e che, nella situazione contingente, non sanno cosa fare. A queste si aggiungono realtà come la nostra che, non avendo indicazioni dal Governo, non sanno come programmare un piano di intervento adeguato, a breve-medio termine».

«Sino ad ora – prosegue Nicolino – “stare a casa!” è stato un imperativo pesante per tutti, ma ancora più difficile da accettare per alcune fasce sociali, quali, ad esempio, le persone con disabilità cognitiva e intellettiva, che hanno dovuto sospendere improvvisamente le attività educative e ricreative svolte, talvolta con la difficoltà di comprenderne ed accettarne appieno la motivazione e le conseguenze. Persone vulnerabili, che rischiano, giorno dopo giorno, di regredire e di perdere sempre più le competenze acquisite, con impegno e fatica, dopo mesi o addirittura anni di lavoro».
«Attraverso quindi il grido lanciato da 814 voci diverse che chiedono “cosa farò domani?” – conclude – con questa campagna video di protesta ci auguriamo di avere in tempi rapidi delle risposte da parte delle Istituzioni, affinché si possa avviare al più presto un’efficace progettualità di supporto alle persone con disabilità e alle loro famiglie».

Da Superando.it-30 apr 2020

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