L’appello al Governo Nazionale, a quelli regionali e alle società telefoniche perché in questa emergenza si decida di dotare d’urgenza le famiglie più povere o quelle con un disabile di un #buonoinclusione per l’acquisto di un pc portatile o di un tablet, unitamente a un collegamento wi-fi.
La chiusura delle scuole a fini di contenimento del Coronavirus è risultata una
scelta doverosa, ma incurante delle disuguaglianze ancora più marcate che
vivono e vivranno i minori in povertà o i diversamente abili. Al netto delle
dichiarazioni di principio sulla prosecuzione dei servizi e della didattica a
distanza contenute in circolari e decreti, non si considera che i minori in
carico ai servizi sociali con progetti personalizzati di Assistenza Domiciliare
Educativa e i diversamente abili privi, per ovvie ragioni, del servizio di
integrazione scolastica specialistica vivranno un ulteriore divario e deprivazione
rispetto ai propri coetanei.
Premesso che bambini e ragazzini che vivono questa condizione sono
difficilmente “gestibili” a distanza, che Stato è il nostro se non
garantisce un collegamento internet a questi bambini e alle loro famiglie e un
tablet o un portatile per rimanere connessi con la realtà, almeno virtuale?
Perché fin dal Governo Renzi ci si è occupati di dare un buono annuale da
spendere in tecnologia per i docenti e nessun pensiero invece ai bambini che a
quella tecnologia non possono accedervi vivendo un’ulteriore condizione di
esclusione sociale?
Ci appelliamo al Governo Nazionale e a quelli regionali perché in questa
terribile emergenza, si decida di dotare d’urgenza le famiglie più povere o
quelle con un diversamente abile di un #buonoinclusione per l’acquisto di un pc
portatile o di un tablet, unitamente a un collegamento wi-fi. Confidiamo anche
nella sensibilità delle grandi compagnie telefoniche che hanno previsto
numerosi benefit per le aziende con lavoratori in smart working e pochissime
iniziative per chi vive svantaggi sociali che nessuno ha dimostrato di saper
colmare.
Un’iniziativa di tal genere consentirebbe anche di realizzare concretamente
forme di didattica mirata da parte degli insegnanti di sostegno nei confronti
degli alunni, operazione possibile essendoci un’utenza limitata nei numeri da
gestire, non avendo un docente di sostegno una classe intera con cui
interloquire ed essendo pertanto sostenibile in queste fattispecie forme di
didattica one to one, anche in tempi di Coronavirus. Ma anche su questo,
l’emergenza ha massificato i bisogni e ancora una volta viene trascurato chi
invece dovrebbe beneficiare di attenzioni costanti e piani individualizzati.
Insomma se è vero che il Coronavirus, grazie a Dio, non colpisce i bambini dal
punto di vista sanitario, quelli più fragili socialmente pagano però
enormemente e più degli altri gli effetti sociali di questa terribile
emergenza.
di Gianluca Budano,
consigliere della Presidenza nazionale Acli e co-portavoce nazionale di
Investing in Children.
Da Vita.it del 28.03.2020
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