Ha 24 anni: la vita in sedia a rotelle è complicata. Guida un’associazione e uno sportello di aiuto online
«Vorrei diventare per gli altri disabili la persona che avrei voluto accanto otto anni fa, quando sono andato a vivere da solo. Un consulente, una persona che ti sta accanto nelle mille procedure burocratiche. E che promuove la vera inclusione, partendo dall’abbattimento delle barriere architettoniche. Perché un territorio inclusivo non è a misura di disabile: è un posto migliore per tutti». Diego Schettino ha 24 anni e a 19 è andato a vivere da solo. Ma, sin dal primo momento, si è imbattuto in difficoltà insormontabili per chi, come lui, ha una disabilità motoria congenita e si muove in carrozzella. «Ci ho messo mesi a trovare casa: una aveva uno scalino in bagno, un’altra corridoi e porte troppo stretti, un’altra non aveva l’ascensore. Una volta, siccome non funzionava il montacarichi, sono rimasto chiuso fuori per cinque ore e ho mangiato in cortile».
Situazione analoga per trovare lavoro: «La linea del tram che avrei dovuto usare non era accessibile, oppure non lo era l’ufficio». Difficoltà che ancora oggi persistono per tante persone. Allora, per provare a cambiare le cose, Diego, che presiede l’associazione Squadra mobile Aca, ha creato uno sportello di aiuto online chiamato «SegnalaMilano» con l’obiettivo, un domani, di farlo diventare un vero caf riservato ai disabili. «Oltre a presiedere l’associazione sono responsabile per l’area Disabilità del mio partito, Europa Verde, e ho una linea diretta con le istituzioni — prosegue —. Le persone diversamente abili, ma non solo, possono segnalarmi via email le situazioni che li riguardano: una barriera architettonica, un disagio abitativo e scolastico. Io mi attiverò verificando in prima persona e poi interpellerò le istituzioni per velocizzare gli interventi. Il mio sogno sarebbe vedere un consigliere delegato alla Disabilità in ogni Municipio». la strada fa fare è tanta. «Gli studi dicono che la disabilità è più o meno grave a seconda di quanto è efficace l’inclusione. Inoltre, una città più inclusiva è utile a tanti: con il problema delle barriere architettoniche fa i conti il 70% della popolazione. Non solo disabili, ma anche i genitori con i passeggini e le persone anziane».
Secondo Diego anche chi ha disabilità deve emergere e reclamare un ruolo nelle decisioni. «Quando costruisci una casa chiami un muratore, quando costruiscono una pedana non chiamano mai nessuno di noi a testarla per poi scoprire, a cose fatte, che la pendenza è eccessiva e quindi la rende inutilizzabile». Ma, allo stesso modo, spiega il giovane, «anche noi disabili dobbiamo smettere di lamentarci e partecipare alla vita della comunità». Per contatti: diegoschettinoaccessmilano@gmail.com.
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Da Corriere di Milano 13/11/2021
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