Dal profilo Instagram Wheelchair on the road la vita e le esperienze di due ragazzi disabili alle prese con viaggi e avventure in carrozzina.
Da qualche anno ormai Instagram sta contendendo a Facebook il primato di social più amato, e sempre di più sono gli influencer o anche solo gli appassionati dei più svariati argomenti ad essere approdati su questa piattaforma e a raccogliere fedelissimi followers. La sua immediatezza, l’uso delle immagini o di brevi stories che raccontano spesso più delle parole, la possibilità di creare in breve micro comunità di seguaci ne stanno decretando il successo e la diffusione.
In ambito disabilità oggi vi vogliamo parlare del canale wheelchair on the road, nato originariamente da due ragazzi italiani che raccontavano a colpi di post e foto i loro viaggi in giro per il mondo a bordo della loro carrozzina, e diventato in breve anche un racconto delle loro quotidianità di ragazzi in sedia a rotelle molto attivi. Abbiamo fatto una chiacchierata con Nino, uno degli amministratori della pagina, che ci ha raccontato come è nato il progetto e di cosa si tratta.
Nino, come nasce l’idea di un canale Instagram che raccontasse dei viaggi che tu e Andrea fate in carrozzina in giro per il mondo?
Volevamo raccontare un modo di viaggiare forse inedito per le persone con disabilità: un modo che non prevedesse la totale programmazione di ogni piccolo particolare, ma che lasciasse spazio anche all’avventura, all’imprevedibile che ti può accadere in viaggio. So che per una persona con disabilità può essere un rischio, ma nel nostro modo di concepire il viaggio è importante che ci sia spazio anche per questo. Abbiamo dimostrato che di fronte agli inconvenienti, dovuti ad esempio alla inaccessibilità, ce la si riesce a cavare.
Abbiamo sbirciato il vostro profilo, e ci abbiamo trovato anche foto dei tuoi allenamenti e workout, molto sport, la tua vita privata…quindi non solo viaggi!
Sì, il nostro progetto Instagram si è dovuto presto interrompere a causa della pandemia da Coronavirus. Quindi stop viaggi! Ma da lì abbiamo iniziato a condividere comunque contenuti riguardanti anche altri ambiti della nostra vita, e abbiamo visto che il nostro pubblico lo ha apprezzato, dato che i nostri follower in una settimana sono aumentati di parecchio. Visto il riscontro, abbiamo continuato.
Chi sono in linea generale i vostri follower? Credi che sia un profilo dedicato alle persone con disabilità o è una distinzione che non ha molto senso?
Ci seguono sicuramente molte persone con disabilità, ma non solo. Lo vediamo anche dalle domande e dalle interazioni che ne nascono. Ci scrivono per chiederci consigli su questo o quel centro, per qualche dritta sugli sport. Ci sono state diverse persone con disabilità che ci hanno contattato per chiedere consigli su come approcciare il discorso dell’intimità col partner, dopo che sul nostro IG ne avevamo parlato. Ma ci sono anche parenti di persone con disabilità che ci seguono e ci chiedono consigli sugli ausili.
Al di là del racconto personale, quindi, c’è indubbiamente anche un aspetto di utilità nel vostro profilo. Ho visto che fate anche dei post dove testate degli ausili che voi utilizzate in prima persona. Come funziona questo vostro testing, e che rapporto avete con le aziende?
Tutto è iniziato per continuare a creare dei contenuti per il profilo, visto che non si poteva viaggiare. Io e Andrea allora abbiamo deciso di mostrare, al di là del viaggio, tutto quello che un ragazzo in carrozzina può fare. Quindi abbiamo iniziato a provare e testare ausili ed accessori prima di acquistarli o dopo averli acquistati, dando delle opinioni del tutto sincere e personali. Siamo molto schietti, per cui se una azienda ci vuole mandare qualcosa da provare, lo diciamo subito: devi essere molto sicuro del tuo prodotto, perché non ci facciamo nessun problema a dire la verità, ed eventualmente stroncarlo!
Ho visto diversi post dedicati alle innovative ruote ammortizzate per carrozzina Softwheel, distribuite in Italia da Ottobock. Le stai testando? Come è iniziata la prova?
Cercavo delle ruote che offrissero una certa ammortizzazione. Cercando in internet ho trovato le Softwheel. Alla Ottobock sono stati così gentili che me le hanno mandate per 15 giorni per provarle, senza nessun impegno. Già qui vedi la serietà e professionalità di questa azienda, ma anche la sicurezza che hanno di darti un ottimo prodotto. Tanto è vero che dopo 15 giorni io mi sono persuaso della loro qualità, e adesso sto facendo la richiesta per averle.
Facciamo un passo indietro. So che si tratta di ruote ammortizzate con sospensioni interne: una novità assoluta del settore. Mi spieghi come funzionano e cosa hanno di particolare?
Esatto, sono ruote con sospensioni interne: hanno 3 pistoncini non standard tarati sul peso dell’utente. E già questo ti fa capire come calzino esattamente sulle esigenze di ciascuno. L’ammortizzatore viene quindi regolato in base al peso di chi usa la carrozzina che monta le singole Softwheel.
Per mia esperienza trovo che le ruote ammortizzate in questo modo diano una performance migliore rispetto alle carrozzine con ammortizzazione interna che ho provato: spesso andava a finire che il telaio non reggesse. Quindi credo che la rivoluzione di queste ruote stia nel fatto che riescono ad ammortizzare sia me sia la mia carrozzina, e ammortizzando la struttura della sedia, si allunga la vita della carrozzina, che dura di più anche di fronte a sollecitazioni importanti.
Si possono usare nella vita di tutti i giorni? Sono più indicate per particolari attività? Raccontaci come le stai testando e come ti stai trovando.
Sono le classiche ruote che monti e poi non le levi più. Io le ho testate in tutte le condizioni possibili: su strada normale, scendendo e salendo gradini, in percorsi sterrati. Danno il meglio quando affronti questo genere di irregolarità, naturalmente, ma sono ottime in ogni contesto. Il loro peso a mio avviso è garanzia di stabilità, e per me questa cosa è un plus, non uno svantaggio: per me che ho una vita molto attiva, preferisco qualche grammo in più se poi ho più sicurezza di marcia e una maggiore durata della carrozzina.
Insomma, le consiglieresti?
Non solo le consiglio: le consiglio alla grande! Se avete voglia, qui c’è il video della mia recensione.
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