Nella regione dove tre scuole su quattro – secondo i dati Istat – non sono a misura degli studenti disabili, perché disseminate di barriere architettoniche, e dove sono sempre più rari gli insegnanti di sostegno a fronte di un aumento dei ragazzi con fragilità, il bando della Città metropolitana di Genova per la ricerca di un disability manager si incaglia ancora prima di decollare.
E questo proprio sull’onda delle critiche di alcune associazioni le cui esigenze il disability manager dovrebbe rappresentare in seno all’ex Provincia. Il bando in questione scade oggi alle 12: “termine perentorio”, si legge nel documento ufficiale.
Ma Giorgio Tasso, consigliere metropolitano con delega a Risorse umane e Personale, ha già fatto sapere che sarà prorogato «per valutare le richieste delle associazioni» che hanno sollevato dubbi e perplessità. Insomma, uno stop sul filo di lana e foriero di altre sorprese.
Che cosa è accaduto? Presto detto: «Quando, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, ho letto il bando della Città metropolitana di Genova sono trasalito», scandisce Rodolfo Dalla Mora, 59 anni, architetto, docente all’università Tor Vergata e presidente dell’Associazione italiana disability manager. Il primo motivo è che nel bando per la ricerca di questa figura dirigenziale investita di importanti e delicate funzioni, «non viene richiesto alcun titolo di studio, neppure la terza media – sottolinea Dalla Mora – né tanto meno un master o un attestato relativo a qualche specializzazione in questo campo». E, soprattutto, è scritto a chiare lettere che “l’incarico ha durata triennale ed è svolto a titolo gratuito”.
«Una cosa assurda», sbotta Dalla Mora, che è disability manager («Regolarmente retribuito», rimarca) nel Comune di Treviso e si batte da sempre perché il ruolo di mediatore tra le istanze dei portatori di handicap, da una parte, e gli enti pubblici, dall’altra, sia riconosciuto come una professione a tutti gli effetti. Una professione che richiede «l’acquisizione di competenze attraverso un percorso delicato».
In definitiva: «Bisogna smetterla di pensare che il lavoro di chi opera a favore dei disabili possa sempre non essere pagato», ripete Dalla Mora: «La nostra associazione, ancorché manchi ancora una normativa ad hoc, ha istituito un albo dei disability manager che è stato riconosciuto dal ministero dello Sviluppo economico».
Vero è che, nel caso specifico, l’impegno richiesto al manager per la disabilità dall’ex Provincia di Genova (che dovrà essere nominato dal sindaco metropolitano Marco Bucci) stride non poco con il presupposto della gratuità. Ad esempio, è chiamato – si legge ancora nel bando – “a immaginare e attuare una cultura inclusiva delle differenze, facilitando il raccordo e il dialogo tra enti, associazioni, imprese e cittadini agendo come costruttore di reti, di servizi e di soluzioni”. Inoltre, “promuove progetti innovativi a sostegno dell’autonomia delle persone con disabilità”. E collabora, ovviamente, “alla stesura del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche”. Tutto questo senza alcun compenso. Possibile?
Il consigliere Tasso, rispetto all’ultimo nodo, al momento non si esprime. Per il resto, precisa: «Non abbiamo richiesto un titolo di studio particolare ma un curriculum sì, proprio per valutare le competenze dei candidati. Chiaro che la selezione tiene conto dei titoli formativi». E comunque l’apertura ai rilievi di Dalla Mora è immediata: «Ci dispiace – conclude Tasso – che queste osservazioni siano giunte solo il giorno prima della scadenza del bando. Ma sono disponibile a incontrare Dalla Mora e i vertici delle altre associazioni per definire meglio i requisiti del bando». Che, di fatto, è stato congelato.
Da Il Secolo XIX del 5 febbraio 2024 di Vincenzo Galiano
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