EDITORIALE – Tra i temi discussi agli Stati Generali in questi giorni si è finalmente parlato anche di disabilità attraverso argomenti fondamentali quali l’inclusione lavorativa, l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali e l’innalzamento delle pensioni.
Il Presidente del Consiglio Conte, all’esito dell’incontro con i Presidenti di
Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap) e Fand (Federazione
Associazioni Nazionali Disabili), ha dichiarato: “Un Piano di Rilancio non può
essere realizzato senza tenere conto delle persone con disabilità, senza
pensare alla inclusione a tutti i livelli. Tra gli obiettivi strategici riteniamo
prioritario quello per una Italia più equa e più inclusiva”.
“La cosa più importante ora – ha precisato – è realizzare il Codice per le
persone con disabilità che possa restituire l’attenzione per i bisogni non solo
materiali ma esistenziali, relazionali, formativi, culturali delle persone con
disabilità, favorendo percorsi di vita indipendente. Tra gli altri obiettivi,
la definizione di un quadro normativo e di tutela per i caregiver, per cui c’è
un progetto avviato in Parlamento. Oltre all’inclusione scolastica e
universitaria e all’inserimento nel mondo del lavoro. Senza dimenticare il tema
dell’aumento delle pensioni di invalidità che reclama una reazione immediata e
incisiva. Ho conservato la delega alla disabilità per dare il massimo segnale di
attenzione.”
Al di là delle belle parole del Premier, però, come rileva anche Rocco Berardo,
Coordinatore delle iniziative disabilità dell’Associazione Luca Coscioni,
sull’Espresso di ieri, le misure ipotizzate non sembrano essere all’altezza del
“niente sarà più come prima”.
Solo per fare un esempio, continua Berardo, “la piena libertà e partecipazione
nella vita civile, sociale ed economica delle persone con disabilità incontra
ostacoli anche nella sfera politica”. Una semplice proposta, peraltro a costo
zero, potrebbe essere quella di implementare l’uso della posta elettronica
certificata e della firma digitale che potrebbero consentire al cittadino
disabile di firmare una proposta di iniziativa legislativa popolare o per la
raccolta firme per un referendum senza dover uscire di casa.
Le barriere architettoniche sono spesso più un ostacolo culturale che fisico;
tuttavia sia nel privato (condomini) che nel pubblico (marciapiedi, mezzi di
trasporto, lidi) c’è davvero tantissimo ancora da fare. Spesso all’inerzia
della politica supplisce la Magistratura: di recente ci siamo occupati su
queste pagine del provvedimento del Tribunale di Latina che ha condannato il
Comune di Sperlonga a rendere accessibili le proprie spiagge.
Merita, pertanto, di essere segnalato l’incontro online di sabato 27 giugno
dalle 9.30 alle 13.30 “No Barriere. In ogni senso” promosso proprio
dall’Associazione Coscioni, un momento di confronto sulle azioni civili e le
iniziative politiche per i diritti delle persone con disabilità, sui temi delle
barriere architettoniche, sensoriali, digitali, degli ausili, delle protesi e
dell’assistenza sessuale. Un modo per essere tutti più liberi scegliere (per
saperne di più: https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/eventi/convegno-no-barriere-in-ogni-senso/).
Anche a livello locale, nella nostra Basilicata, il problema della disabilità è
fortemente avvertito; anzi qui le difficoltà aumentano per la mancanza generale
di servizi alla persona, carenze che per i disabili sono ancora più acuite e
gravi.
Proprio stamattina, il Presidente dell’Associazione Angelo Custode, Emidio
Lamboglia, a nome di tanti disabili e loro familiari di Lauria e dell’area sud
della Basilicata, ha voluto commentare con me l’articolo dell’Espresso e si è
fatto portavoce della sostanziale distanza della politica nazionale dai temi
che riguardano milioni di cittadini portatori di handicap che quotidianamente
vivono problemi di autonomia e indipendenza per il deficit di una adeguata
normativa di settore e per la assenza di accortezze architettoniche.
Da ivl24 (Comunicati Stampa) (Blog)-10 ore fa
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