Tutto sugli gli healing gardens: non semplici aree verdi ma sono giardini specifici progettati e studiati sulle esigenze fisiche, psicologiche, sociali e spirituali delle persone
In Italia non sono ancora così diffusi. In molti Paesi del Nord Europa, oltre che negli Stati Uniti, sì. Stiamo parlando degli «healing gardens», che tradotto in italiano vuol dire giardini terapeutici. Uno spazio, spesso presente anche all’interno degli ospedali, per aprirsi a un approccio più olistico nella cura del malato. Diversi i benefici evidenziati dalla ricerca scientifica: abbassamento della pressione sanguigna, miglioramento della tensione muscolare e dell’attività elettrica del cervello, riduzione delle pulsazioni cardiache. Come? Esponendosi al paesaggio esterno per almeno cinque minuti al giorno.
Quei giardini terapeutici a misura di paziente
Molti studi dimostrano che stare nella natura provoca cambiamenti psicologici e fisiologici. A differenza di un giardino qualunque, queste aree verdi sono studiate per dare benefici specifici in base al tipo di utente che ne può fruire. Perché sia veramente efficace, uno spazio verde deve «essere progettato sulle esigenze fisiche, psicologiche, sociali e spirituali delle persone cui è destinato, siano esse in ospedali, in hospice, in residenze che si occupano di anziani o di malati terminali o addirittura in strutture che accolgono bambini». Un giardino per non vedenti deve stimolare i sensi, prima di tutto l’olfatto, con piante profumate e avere un corrimano che porti a mappe tattili. I malati di Alzheimer hanno bisogno di colori dai forti contrasti quindi nel loro caso le sfumature cromatiche utilizzate normalmente dai paesaggisti non funzionano. Se si parla di bambini disabili, meglio orti rialzati perché spesso si muovono in carrozzina, e così via. Motivo per cui ogni giardino necessita prima di tutto un approfondimento sulla malattia delle persone che lo utilizzeranno. In linea generale, però, tutte le piante che stimolano i sensi (lavanda, rosmarino, timo, piante aromatiche).
Come attrezzare gli healing gardens
In Italia il percorso è iniziato. A Milano il Policlinico ha fatto un concorso per un «healing garden». Qualcosa inizia a vedersi anche nel policlinico di Pisa. Nel complesso, però, c’è ancora molta difficoltà da parte del personale sanitario a integrare il giardino nel percorso di cura. Questo soprattutto perché si conosce poco il valore aggiunto che se ne può derivare. Perché sia «healing», un giardino dovrà essere animato tutto l’anno con specie botaniche non tossiche ed autoctone, saper attrarre e ospitare specie animali gradevoli e amiche del corpo umano (uccellini, scoiattoli, pesci e farfalle), essere adatto agli utilizzatori passivi (seduti) e attivi (coloro che per esempio possono dedicarsi all’orto). Altre caratteristiche che permettono di definire un giardino terapeutico sono le seguenti. Oltre a dover assecondare il tipo di utenza prevista attraverso il coinvolgimento dei cinque sensi, il 70% dello spazio deve essere coperto da vegetazione, non ci devono essere barriere architettoniche.
Da Wise Society-6 ore fa
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