Alla presentazione del volume “Museo è contemporaneità” di Annalisa de Curtis e Paolo Biscottini presso la Triennale di Milano, il coautore Prof. Biscottini ha risposto a una domanda sul rapporto tra Museo e persone con disabilità dell’inviato del nostro Blog Incuriosire.it
Paolo Biscottini, nel suo recente volume “Il Museo è contemporaneità” redatto insieme ad Annalisa De Curtis e presentato lo scorso 18 novembre alla Triennale di Milano, accende i fari sopra una parola-luogo che nel sentire comune identifica solitamente raccolte di oggetti.
Invece, il loro lavoro di analisi su questa ‘innovazione ellenistica’ di 2.300 anni fa porta a riscoprire senso e valore di essa: non luogo di oggetti ma delle persone che interagiscono con essi. Luogo dove nasce l’ispirazione, la visione, l’emozione, il racconto, dove avvengono grandi e piccole catarsi, estasi quotidiane, illuminazioni, viaggi nella memoria. Dove ritroviamo l’uomo.
Ma perché ciò avvenga, sono necessarie cura, manutenzione, trasformazione di esso.
Gli autori invitano visitatori e curatori dei musei ad amare questo ‘non luogo’ che è invece luogo dello spirito, della mente e del corpo, e a dotarlo di quelle abilità, tecnologie e professionalità capaci di dare vita a statue, quadri, macchine, oggetti, qualsiasi manufatto umano o testimonianza della natura esso contenga. E ricordano che quando ogni museo nacque, era espressione del presente per il futuro.
Un contributo in queste direzioni può arrivare anche dal mondo della disabilità. Il professore-autore ha dichiarato per il nostro blog: “Il problema della disabilità non può essere affidato solo alla persona che ne soffre. La società deve farsene carico e il museo non può disattendere tale responsabilità. Al direttore il compito di inventarsi come la ricchezza del disabile possa diventare preziosa al museo. Chi non vede, ha in realtà capacità intuitive profondissime. Non possiamo permetterci di rinunciare al contributo di questa ricchezza umana”.
Per Incuriosire.it a cura di Anna Defrancesco Gatti
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