Il Viaggio (e i viaggi) del Festival delle Abilità

Il Viaggio (e i viaggi) del Festival delle Abilità

Del Festival delle Abilità, che torna a Milano per la quinta edizione dal 16 al 24 settembre, mi è sempre piaciuto innanzitutto il nome. Che rispecchia l’attitudine di guardare avanti, di avere fiducia in un’evoluzione della società.

Sullo sfondo del festival c’è certamente la disabilità, ma qui il prefisso “dis” che rappresenta lo scarto di opportunità, di accessibilità rispetto all’ambiente circostante, viene smentito mettendo in campo un concetto più nobile: le diverse abilità che ciascuno di noi, nessuno escluso, possiede. C’è poi una bellezza e direi una gentilezza di fondo che caratterizza questo festival.

Senza dichiarazioni roboanti, ma con una tenacia costante, è riuscito a prendere consapevolezza di sé stesso, a crescere e a conquistare i cuori, anche delle istituzioni. Così quest’anno il Festival delle Abilità si allarga nella città, diventa un evento diffuso, pur restando fedele nel suo programma centrale (il 23 e il 24 settembre) a un luogo, la Biblioteca e il Parco della Cascina Rossa che è un felice esempio di servizio pubblico, di armonia tra natura e conoscenza, un’oasi di relax che favorisce lo scambio civile di idee ed esperienze. Quella Cascina Rossa che viene peraltro “protetta” dal volto di Franco Bomprezzi, il nostro indimenticabile e indimenticato “padre” che spicca nel bellissimo murale a lui dedicato. La presentazione, qualche giorno fa, della V edizione del Festival della Abilità in Comune alla presenza degli Assessori alla Cultura Tommaso Sacchi e al Welfare Lamberto Bertolé, suggella il riconoscimento cittadino, pienamente conquistato della manifestazione. Che ha la sua forza anche nell’apporto entusiastico di chi lo sostiene sin dall’inizio: a partire dalla Fondazione Mantovani Castorina, nata da un’alleanza tra medici e famiglie che vivono le disabilità gravi motorie e intellettive, e che ha deciso di impegnare le proprie competenze ed energie per favorire un cambiamento culturale su questi temi; fino all’instancabile direttore artistico Vlad Scolari. Sì, perché il Festival si concentra sulle arti, sulla creatività, sulle capacità di vivere una vita il più possibile curiosa del mondo.

Parlavamo del programma diffuso: La Pinacoteca Ambrosiana, il Castello Sforzesco e il Museo di Storia Naturale proporranno, grazie al metodo DescriVedendo, visite guidate accessibili alle persone cieche o ipovedenti.

Il 16 settembre a Pacta dei Teatri, la compagnia Senza Parole presenta lo spettacolo “Ho perso la foce”, un viaggio tra passato, presente e futuro nella Lingua Italiana dei Segni; e, a seguire, il concerto al piano di Federico Santangelo, una diagnosi di autismo severo, che ha trovato la sua espressione nella musica.

Tutta la settimana prossima che porterà al weekend centrale del Festival, sarà costellata da talk, presentazioni di libri e mostre. Il tema centrale di questa edizione è il Viaggio: fisico, virtuale, immaginario. https://festivaldelleabilita.org/  Home – Festival delle Abilità

Una rassegna culturale dove protagonista è l’arte resa accessibile, una festa d’inclusione sociale che unisce artisti con e senza disabilità. festivaldelleabilita.org E anche su questo tema ritrovo un legame affettivo, che riguarda due anime della manifestazione: Simone Fanti e Antonio Giuseppe Malafarina, due amici e componenti della famiglia di InVisibili.

Il primo contatto con Simone, una dozzina di anni fa, fu proprio dovuto a un viaggio, quello che fece in Vietnam, testando in modo “laico” e senza paura tutte le difficoltà di muoversi in carrozzina con vari mezzi e in un luogo così remoto. Gli chiesi un reportage per un supplemento speciale che dovevo preparare per il Corriere in occasione della Bit e ne nacque, al di là del bel racconto, un’intesa che avrebbe contribuito alla nascita di questo blog.

Di Antonio Giuseppe Malafarina ho invece sempre ammirato, tra le sue tante sensibilità, la passione per la tecnologia che gestisce con determinazione dalla stanza della sua casa e che lo rende cittadino del mondo. Antonio da anni è testimonial dell’avatar che permette di poter essere nei luoghi in modo del tutto autonomo e indipendente. E ha trovato un alleato d’eccezione nel Museo Ferrari di Modena che possiede questa macchina e nel suo direttore Michele Pignatti che la metterà a disposizione per chi vorrà provarla durante il festival. Con l’augurio che altre istituzioni, pubbliche e private, adottino questa possibilità tecnologica.

Altra collaborazione di questa edizione del Festival delle Abilità è con la NABA: alcuni studenti di visual e industrial design si sono impegnati in un lavoro (che sarà visibile)  sulla segnaletica/way finding: un esempio di design for all, design per tutti.

Nella due giorni alla Chiesa Rossa si alterneranno testimonianze di viaggiatori, monologhi teatrali, interventi di esperti, performance partecipative, laboratori per bambini. Tra i nomi, Pietro Scidurlo, pellegrino a Santiago, autore di guide accessibili per Terre di Mezzo; Dario Sorgato che ha realizzato con un gruppo di ragazzi ciechi, ipovedenti e normovedenti il Cammino di Leonardo da Lecco a Milano; Roberto Vitali che con Village 4 All monitora da dieci anni l’accessibilità nelle strutture turistiche. Ma il senso di accoglienza che dà questo festival è dovuto innanzitutto alla bellissima cascina trasformata in biblioteca. Un teatro d’incontro, di scambi di conoscenze, di iniziative estemporanee che fa riemergere la voglia di un luogo fisico in cui stare assieme. C’è da riflettere sul significato metaforico e sull’importanza concreta delle biblioteche così concepite.

Un piccolo presidio di civiltà, che invita al rispetto e alla convivenza.

Da InVisibili Blog del 15 settembre 2023 di Alessandro Cannavò

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