Il lavoratore del settore pubblico con invalidità riconosciuta può beneficiare del pensionamento anticipato?
Nella generalità dei casi, chi è impiegato nel settore pubblico, iscritto all’ex Inpdap (ora Inps Gestione dipendenti pubblici) e non all’Assicurazione generale obbligatoria dell’Inps, non ha diritto all’assegno ordinario di invalidità.
Ricordiamo che questa prestazione economica spetta con una riduzione della capacità lavorativa superiore ai 2/3 e con un minimo di 5 anni di contributi, di cui 3 accreditati nell’ultimo quinquennio.
Il trattamento è una vera e propria prestazione previdenziale, quindi una
pensione: anche se è compatibile con la continuazione dell’attività lavorativa
o con un nuovo lavoro (fino a determinati limiti di reddito), è difatti
calcolato allo stesso modo della pensione, sulla base dell’anzianità, dei
redditi e della contribuzione (sistema retributivo, misto, contributivo).
Bisogna comunque tener presente che l’invalidità necessaria per il diritto
all’assegno ordinario non è l’invalidità civile, ma l’invalidità al lavoro, o
pensionabile [1]; in sostanza, per il riconoscimento dell’invalidità ai fini
dell’assegno, deve risultare ridotta la capacità lavorativa in attività
confacenti alle attitudini dell’interessato.
Ad ogni modo, considerando che l’accesso all’assegno ordinario d’invalidità è
precluso, per Invalidità dipendenti pubblici quale pensione può essere
ottenuta?
I dipendenti pubblici, pur non beneficiando dell’assegno ordinario, possono
aver diritto a delle prestazioni specifiche per invalidità ed inabilità.
Inoltre, non bisogna dimenticare che alcuni trattamenti pensionistici,
accessibili sia ai lavoratori pubblici che del settore privato, consentono di
anticipare l’uscita dal lavoro se si possiede una determinata percentuale
d’invalidità. Ma procediamo con ordine.
Indice:
1 – Pensione per inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro
2 – Pensione per inabilità al lavoro
3 – Pensione di vecchiaia anticipata: il dipendente pubblico invalido può
richiederla?
4 – Ape sociale invalidi
5 – Pensione anticipata lavoratori precoci invalidi
6 – Contributi figurativi per invalidità
1. Pensione per inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro.
I dipendenti pubblici possono avere diritto alla pensione per inabilità alle
mansioni (nell’ipotesi in cui l’Amministrazione sia impossibilitata a spostare
l’interessato ad altra mansione compatibile) o a proficuo lavoro, qualora
risulti un’inabilità tale da impedire una collocazione lavorativa continuativa
e remunerativa.
In entrambi i casi, devono essere verificati i requisiti sanitari dall’apposita
commissione medica [2].
Queste pensioni sono calcolate come la generalità dei trattamenti, senza
maggiorazioni. Per la pensione per inabilità alle mansioni sono necessari:
– 19 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile (art.40, DPR n.1092/1973), a
prescindere dall’età anagrafica, se l’interessato è dipendente di un ente
locale;
– 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile, a prescindere dall’età
anagrafica, se l’interessato è dipendente statale.
Lo stesso requisito di 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio utile è
necessario anche per la pensione per inabilità a proficuo lavoro.
La visita medico- collegiale può essere chiesta, tramite l’Amministrazione di
appartenenza:
– presso la CMO (Commissione Medica Ospedaliera) designata;
– presso la Commissione Medica della ASL.
2. Pensione per inabilità al lavoro.
Nell’ipotesi in cui il dipendente pubblico sia invalido in modo permanente ed
assoluto a qualsiasi attività lavorativa, può ottenere la pensione d’inabilità
al lavoro, se possiede almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati
nell’ultimo quinquennio. Questa prestazione è difatti accessibile non solo ai
lavoratori del settore privato, ma anche ai dipendenti della PA.
Se il pensionato inabile ha meno di 60 anni di età, ha diritto a una
maggiorazione contributiva sulla pensione, che ne aumenti la misura.
Nel dettaglio, l’anzianità contributiva maturata viene incrementata
virtualmente (nel limite massimo di 2080 contributi settimanali, pari a 40
anni) dal numero di settimane che intercorrono tra la decorrenza della pensione
di inabilità e il compimento dei 60 anni di età. Per approfondire: Come
funziona la pensione d’inabilità al lavoro.
3. Pensione di vecchiaia anticipata: il dipendente pubblico invalido può
richiederla?
Non è invece accessibile la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità
[3], in quanto, oltre ad essere richiesto il riconoscimento dell’invalidità
pensionabile [1] in misura almeno pari all’80%, è necessario possedere 20 anni
di contribuzione presso il Fondo pensione lavoratori dipendenti, fondo al quale
sono iscritti i dipendenti del settore privato e non i dipendenti pubblici.
Inoltre, gli uomini devono aver raggiunto un’età almeno pari a 61 anni, le
donne a 56 anni, ed è necessaria l’attesa di una finestra di 12 mesi.
4. Ape sociale invalidi.
Il dipendente pubblico invalido civile in misura almeno pari al 74% può
usufruire dell’Ape sociale [4], al compimento del 63° anno di età: allo stato
attuale: si tratta di una prestazione di accompagnamento alla pensione di
vecchiaia, che per gli invalidi richiede il possesso di 30 anni di contributi.
Il requisito contributivo è ridotto, per le lavoratrici, in misura pari a 1
anno per ogni figlio, sino a un massimo di due. Poiché si tratta di una misura
sperimentale, è necessaria la maturazione dei requisiti entro il 31 dicembre
2020.
5. Pensione anticipata lavoratori precoci invalidi.
Il dipendente pubblico invalido civile in misura almeno pari al 74%, che
possiede almeno 12 mesi di contribuzione da effettivo lavoro accreditati prima
del compimento del 19º anno di età, potrebbe ottenere la pensione anticipata
precoci, con 41 anni di contributi (con 3 mesi di finestra). Questo, per di
più, è un intervento strutturale, cioè permanente, che non necessita di
proroghe.
Se l’invalido non è lavoratore precoce, deve attendere i requisiti per la
pensione anticipata ordinaria, pari a 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli
uomini, ed a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, più 3 mesi di
finestra. Il requisito è valido sino al 31 dicembre 2026: successivamente,
aumenterà in base agli incrementi alla speranza di vita che saranno riscontrati
dall’Istat.
6. Contributi figurativi per invalidità.
Il dipendente pubblico invalido civile in misura almeno pari al 75% ha infine
diritto, ogni 12 mesi di lavoro, all’accredito di 2 mesi di contribuzione
figurativa. Il diritto agli accrediti sorge al momento del riconoscimento
dell’invalidità in misura almeno pari al 75%.
note
[1] L. 222/1984.
[2] Art. 13, L. 274/1991.
[3] D.lgs. 503/1992.
[4] Art.1 Co. 179 L. 232/2016.
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di Noemi Secci da La Legge per Tutti del 16.02.2020
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