Per raccontare la storia della controversa Basilica di Sant’Ambrogio occorre tornare alla vita di Ambrogio ed ai ritrovamenti di Protasio e Gervaso 1700 anni fa. E’ una storia densa di battaglie, diatribe, accordi e disaccordi. I bombardamenti alleani del 1943 su Milano hanno distrutto parte della Basilica poi ricostruita nel 1949 con gli assetti romanici della Basilica con cui essa era nata.
Nel 374 Ambrogio, funzionario dell’impero romano, viene eletto vescovo di Milano per volontà del popolo. Nella primavera del 386 il vescovo ritrova i corpi dei giovani martiri milanesi Protasio e Gervasio davanti ai cancelli dell’antica Basilica di Nabore e Felice e li fa traslare nella nuova chiesa che prende il nome di Basilica dei Martiri (in latino (Basilica Martyrum).
La costruzione, iniziata già dal 379, sorge infatti sulla vasta necropoli fuori dalle mura cittadine, dove si trovano già altre sepolture importanti come quella di San Vittore (oggi sacello di San Vittore in Ciel d’oro). Come ricorda Ambrogio, i milanesi cominciano subito a chiamare la Basilica “Ambrosiana”: il vescovo stesso la sceglie come luogo di sepoltura. Ambrogio muore nel 397 e viene inumato alla sinistra dei corpi di Protaso e Gervaso.
Nel corso dei secoli la Basilica, da subito meta di pellegrinaggi, acquista un’importanza sempre maggiore tra le altre chiese milanesi. Nel 784 l’arcivescovo di Milano Pietro, fonda un monastero benedettino intitolato ai santi Protasio, Gervaso e Ambrogio accanto alla Basilica. La nuova comunità monastica si inserisce nel progetto spirituale e politico dell’impero di Carlo Magno e si affianca ai preti che già officiano la Basilica. Tra l’824 e l’859 l’arcivescovo di Milano Angilberto II commissione a Volvino uno splendido altare d’oro dove fa trasferire dei santi, contemporaneamente si procede alla ricostruzione della chiesa, dove trovano sepoltura alcuni membri della famiglia di Carlo Magno.
Tra la fine X secolo e l’inizio dell’XI, il gruppo di preti officianti si organizza in un collegio canonicale: da questo momento, la storia della basilica, quella delle comunità – i monaci e i canonici – e delle loro controversie rimangono strettamente legate per tutti i secoli del Medioevo. Tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo, la Basilica viene completamente ricostruita in forme romaniche; nel 1128 l’arcivescovo Anselmo V concede ai canonici di erigere un secondo campanile a sinistra della facciata della Basilica. Nel 1162 Federico I Barbarossa assedia e distrugge Milano: i canonici sono costretti all’esilio nel borgo di Porta Vercellina, mentre i monaci rimangono a custodire il monastero e la Basilica. Nel 1201 si chiuse la prima grande fase delle controversie tra canonici e monaci sulla divisione delle offerte, sulla custodia dell’altare d’oro, sull’uso delle campane e sulle questioni legate alla cura pastorale.
Durante il suo soggiorno milanese (1353-1361), Francesco Petrarca studia i preziosi codici medievali con le opere di Ambrogio e, in una lettera all’amico Francesco Nelli, descrive il tondo con il ritratto del santo. Rinnovando la tradizione delle incoronazioni regìe durate u secoli centrali del Medioevo, il 5 settembre 1395 Gian Galeazzo Visconti viene nominato duca di Milano dall’inviato dell’Imperatore Venceslao; nel 1431 l’Imperatore Sigismondo di Lussemburgo, incoronato re d’Italia in Sant’Ambrogio concede alla chiesa il titolo di Basilica Imperiale.
Nella seconda metà del XV secolo, vengono intrapresi importanti lavori di ampliamento della chiesa, della canonica e del monastero, nel 1477 sono realizzati il sepolcro monumentale dell’umanista milanese Pier Candido Decembrio e l’Oratorio della Passione. Il 19 settembre 1492 Donato Bramante, su incarico do Ludovico il Moro, inizia i lavori della ricostruzione della canonica di Sant’Ambrogio, della porta monumentale, della cappella della Basilica e del monastero. Nel 1497 il cardinale Ascanio Sforza sostituisce la comunità benedettina con i monaci cistercensi provenienti da Chiaravalle.
Nel 1566 san Carlo Borromeo compie la prima visita pastorale a Sant’Ambrogio e si adopera per l’adeguamento della Basilica e del capitolo canonicale alle nuove direttive emerse dal concilio di Trento. Nel 1590 il furto di tre formelle danneggia pesantemente l’altare d’oro, che viene restaurato nel giro di pochi anni. Nel 1630 si chiudono le controversie tra monaci e canonici con un accordo ratificato da papa Urbino VIII. Nel 1631 l’arcivescovo di Milano Federico Borromeo avvia i restauri dell’atrio nella Basilica, recuperando i modelli propri dell’arte romanica.
Durante il XVII e il XVIII secolo l chiesa viene decorata secondo il gusto dell’arte barocca: nel 1737 i monaci promuovono una campagna di affreschi di Giambattista Tiepolo. Dopo la rivoluzione francese, la politica di soppressione degli enti religiosi decreta la fine del monastero cistercense nel 1797 e del capitolo canonicale l’anno successivo; sopravvive soltanto la Parrocchia di Sant’Ambrogio, ufficialmente creata nel 1787.
Nel 1857 il parroco monsignor Francesco Maria Rossi inizia una stagione di imponenti restauri del complesso monumentale di Sant’Ambrogio: la Basilica viene riportata allo “stato antico”, con interventi che durano fino all’inizio del Novecento. Tra il 1871 ed il 1874 avvengono il ritrovamento del sarcofago di perfido contenente i resti dei santi e la solenne ricognizione delle reliquie di Ambrogio, Protaso e Gervaso. Nel 1897 si inaugura la nuova cripta con l’urna di cristallo e d’argento dei santi, finanziata dalle maggiori famiglie milanesi.
Nel 1904 Papa Pio X concede al parroco di Sant’Ambrogio il titolo di “abate mitrato” in ricordo dell’antico monastero soppresso. Durante la prima guerra mondiale, l’altare d’oro, per ragioni di sicurezza viene trasferito in Vaticano nel 1917 e rientra in Basilica tre anni dopo. Sant’Ambrogio subisce gravi danni durante il secondo conflitto mondiale: nell’agosto 1943 le bombe degli Alleati provocano il crollo dell’abside e la distruzione della canonica. Protetto da sacchi di sabbia, il ciborio sopravvive; l’altare d’oro viene ancora una volta portato in Vaticano. Nel 1949 l’architetto Ferdinando Reggiori conclude i lavori di restauro del complesso monumentale della Basilica di Sant’Ambrogio e inaugura il primo museo di Sant’Ambrogio.
L’associazione Nazionale Turismo Open fornisce tutte le informazioni relative all’accessibilità della Basilica di Sant’Ambrogio a questa pagina.
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