PADOVA. Si comincia. Il Peba entra in azione. Dopo il via libera di settembre della giunta comunale, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche è diventato realtà, tanto che da ieri sono in corso i primi lavori nei quartieri. Il “cantiere zero” da cui si è partiti è già operativo all’incrocio tra via Tre Garofani e via Filippesi, alla Madonna Pellegrina, dove gli operai sono a lavoro per realizzare le rampe per disabili a tutti gli angoli delle strade. Ma questo è solo l’inizio, perché dopo l’approvazione il Peba è diventato vangelo per qualsiasi altro cantiere della città. In fase di progettazione infatti ora bisognerà tener conto anche delle linee dettate dal piano.
Mappatura.
Stesso discorso anche per i lavori di manutenzione: laddove dovessero
riguardare strade, piazze o marciapiedi, dovranno essere riqualificati
rispettando i parametri del Peba. In realtà il piano era stato inserito
nell’ordinamento nel 1986, ma mai nessuna giunta da allora aveva deciso di
utilizzarlo, contribuendo quindi ad “assemblare” una città poco
praticabile per i disabili. «Questo piano è fondamentale perché diventerà un
punto di riferimento per noi e condizionerà ogni nuovo lavoro pubblico»,
evidenzia l’assessore Andrea Micalizzi, che ha collaborato a stretto contatto
con Paolo Sacerdoti, consigliere comunale della lista Lorenzoni sindaco. Grazie
ai 30mila euro arrivati dalla Regione (il Comune ha contribuito con altri
30mila euro) in estate è partita la mappatura della città, per capire dove e
come intervenire per favorire l’accessibilità di chi è costretto a vivere sulla
sedia a rotelle e per i non vedenti. E proprio per questi ultimi verranno
installati sulle rampe dei pannelli speciali, che al contatto con i piedi
segnaleranno la presenza. All’interno ci saranno anche dei microchip, in grado
di avvisarli attraverso una speciale app che a breve sarà scaricabile sugli
smartphone.
Accessibilità.
L’obiettivo principale del Peba è quello di garantire l’accessibilità agli
edifici pubblici, gli spazi urbani costruiti o naturali e per l’utilizzo dei
trasporti e dei parcheggi da parte di tutti, eliminando marciapiedi senza rampe
d’accesso, o con ostacoli che bloccano il passaggio, come paletti, cestini e
arredo urbano.
Marciapiedi.
Sono quindi stati selezionati gli edifici e gli spazi pubblici di competenza
dell’ente, a partire dai musei, spesso senza accessi e servizi per disabili,
attraverso un meccanismo di partecipazione che ha coinvolto le consulte di
quartiere e le associazioni che si occupano del tema. Attraverso 11 missioni
(tante quante sono le consulte) con assessori, tecnici comunali e residenti, è
venuta fuori una mappa di interventi da realizzare nei prossimi 3 anni su 40
chilometri di marciapiedi (di cui più della metà con punti critici), oltre al
fatto che tutti i piani urbanistici comunali dovranno poi essere adeguati alle
previsioni del Peba entro sei mesi dalla sua approvazione, compreso quello
urbano del traffico. «Si tratta di un servizio che non è rivolto solo alle
persone in carrozzina, ma anche i non vedenti, i non udenti, gli anziani che si
muovono con il deambulatore, le mamme e i papà che spingono il passeggino. In
pochissimo tempo siamo riusciti ad approvare tutti e partire con i lavori»
chiude Micalizzi.
di Luca Preziusi da Il Mattino di Padova
del 28.02.2020
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