L’emergenza Covid ha messo nel limbo oltre un milione di invalidi in attesa di visite Inps

L’emergenza Covid ha messo nel limbo oltre un milione di invalidi in attesa di visite Inps

In Italia oltre un milione di invalidi è in attesa di visite di revisione tra quelle di prima istanza e quelle di aggravamento. A causa della quarantena per il Covid-19 l’Inps e le Asl hanno dovuto rinviare gli accertamenti per l’invalidità, la cecità civile, la sordità, gli handicap e la disabilità.

Secondo i dati Inps (agosto 2020) vivono nel limbo 1.067.053 cittadini italiani: restano in attesa di una nuova convocazione dopo aver ricevuto la comunicazione di rinvio a data da destinarsi. L’attività dei Centri medico-legali dell’Istituto di Previdenza, sospesa a metà marzo per fronteggiare la pandemia, è ripresa il 22 giugno. Nel periodo di chiusura dei Centri medico-legali sono state evase a distanza 144.566 visite solo per i malati oncologici e neurovegetativi. I casi non rinviabili sono stati gestiti dai medici con l’esame della documentazione notificata via mail. Da fine giugno le Commissioni sono impegnate negli accertamenti in presenza di poco più di 833mila pratiche. Nel frattempo, la lista delle richieste si allunga: dal primo marzo al 30 giugno sono arrivate all’Inps 443.181 nuove domande di invalidità civile, dati che vanno aggiunti al plotone di un milione di invalidi nel limbo.

«A chi è interessato al rinnovo viene comunque garantito il trattamento economico fino al nuovo accertamento mentre quel che preoccupa di più è l’arretrato per le nuove visite: gli oltre 400mila richiedenti, non avendo nessuna certificazione, non potranno aderire a nessuna agevolazione fiscale ed economica e rischiano di non poter beneficiare di alcuni servizi. Abbiamo chiesto all’Inps e alle Asl, Commissioni straordinarie per aumentare il numero delle visite di accertamento e recuperare il tempo perso e chiediamo al Governo un provvedimento che evidenzi lo stato di emergenza», sottolinea Nazario Pagano, presidente nazionale dell’Anmic, l’associazione nazionale mutilati e invalidi civili.

Qual è il cronoprogramma definito dall’Inps per lo smaltimento degli arretrati? «La definizione della tempistica ufficiale è ancora al vaglio del Direttore generale. Si confida di poter assorbire la giacenza entro l’anno o, al più tardi, i primi mesi dell’anno venturo», spiega Maria Sciarrino, direttore centrale Inclusione e Invalidità Civile dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. E aggiunge: «Le situazioni più delicate e da non sottovalutare sono in Calabria e a Roma. Nella Capitale risultano esserci 50mila visite di revisione di nostra competenza: qui faremo anche con accertamenti sugli atti per ridurre il lavoro delle Commissioni medico legali e consentire un più rapido recupero della giacenza».

«Serve un passo più veloce e non accettiamo altri rinvii e disguidi», chiedono i sindacati. Ma al momento, almeno nell’immediato, non sono previsti rinforzi di medici all’Inps. «Il piano medici rientra in un più complessivo progetto di riordino che richiede tempi di attuazione più lunghi», dice Sciarrino.

L’esenzione d’invalidità è un diritto per chi soffre di menomazioni o deficit. Pensioni, assegni e indennità di accompagnamento a chi non è stato convocato per la revisione restano garantiti ma il rinvio delle visite, a volte, ha creato disguidi per gli invalidi e disabili: ci sono stati diversi casi (segnalati sui social e ai sindacati) di agevolazioni e servizi (assistenza sanitaria, esenzione ticket, protesi e ausili gratuiti, pass auto invalidi, possibilità di fruizione per i familiari dei permessi) non concessi o ottenuti solo dopo che il cittadino, con santa pazienza e dopo una lunga via crucis negli uffici territoriali Inps, ha richiesto un’attestazione scritta da parte dell’Istituto che garantisse la validità dell’invalidità.Un caso su tutti. A Pompei una mamma dopo il rinvio della visita del figlio, un bimbo autistico di 8 anni, in assenza di un nuovo verbale che confermasse l’invalidità del figlio si è vista negare lo sconto da Trenitalia e Italo. La signora Imma non ha potuto rinnovare la Carta Blu, utilizzata per i viaggi del piccolo Gaetano sottoposto a terapie sperimentali due volte a settimane in un ambulatorio di Roma. Almeno fino all’intervento “dei piani alti” dell’Inps. Su Facebook scrive: «ringrazio la senatrice Virginia La Mura (Movimento Cinque Stelle) che ha fatto arrivare il problema ai vertici dell’Inps. Ringrazio di conseguenza Pasquale Tridico e Massimo Negri che in poche ore hanno fatto valere i nostri diritti».La comunicazione del rinvio delle visite è avvenuta via sms: c’è chi sostiene di non aver ricevuto la comunicazione e chi – addirittura – si è accorto di avere un messaggio solo dopo essersi recato nella sede della Commissione, come è successo a Maria Antonietta, 62 anni, in Basilicata.

«E’ un problema antico. Capiamo la razionalizzazione ma che l’Inps voglia comunicare con gli sms lo abbiamo sempre avversato: tra i destinatari ci sono anziani e malati oncologici che hanno difficoltà a recepire i messaggi tecnologici. Chiediamo che si ripristini la comunicazione a mezzo posta», dice Pagano. «Abbiamo utilizzato il canale più immediato e i patronati sono stati avvertiti immediatamente. Dal 15 settembre è di nuovo operativo il servizio telefonico dei colleghi non vedenti che chiamano per rammentare o rinviare le visite», precisa il direttore Maria Sciarrino. Pagano avanza una proposta di collaborazione operativa già formalizzata all’Inps: «Ai call center spesso non rispondono, capiamo le difficoltà ma rinnoviamo l’invito da parte di Anmic per essere un punto terminale sul territorio: l’Inps però dovrebbe permetterci di accedere alle loro piattaforme. Abbiamo 104 sedi provinciali, 19 regionali oltre a quelle delle associazioni consorelle: siamo disponibili e pronti a surrogare ed essere punti informativi e di supporto e a farlo gratuitamente, come succedeva nel passato grazie a una Convenzione non più rinnovata». Di Elisa Forte da La Stampa del 13/10/2020

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