Non si placa la polemica tra i giovani gelatai soavesi, i gemelli Giulia ed Andrea Lunardon, titolari della gelateria, bar e pasticceria Temptations di via San Matteo e gli undici condomini del condominio rosa nel quale l’attività ha sede, dopo che la sentenza di primo grado del tribunale civile di Verona del 10 agosto scorso ha imposto loro di rimuovere, tra le altre cose (anche divanetti, telecamera, insegna), la pedana per disabili che permetteva l’accesso all’ esercizio anche a coloro che hanno difficoltà nel muoversi.
Il bar gelateria era particolarmente frequentato proprio da disabili e mamme con bimbi piccoli nei passeggini, conoscendo appunto questo accesso agevolato fisso. La questione peraltro sta infiammando da una decina di giorni i social e anche i nostri lettori hanno cliccato, numerosi, i link dei due articoli che raccontavano la situazione riportando le voci dei protagonisti della vicenda: i fratelli titolari del Temptations e la replica dei condomini dell’edificio di via San Matteo («non siamo stati noi a rimuovere la pedana, ma un pronunciamento del Tribunale»).I gemelli Lunardon sono stati contattati nel frattempo da numerosi disabili e anche da politici che si sono schierati dalla loro parte e si sono impegnati ad aiutarli per ripristinare la pedana, come prescritto dalla legge 13 del 1989 sulle barriere architettoniche e l’accessibilità. «I condomini che hanno presentato la denuncia hanno imposto di far togliere la telecamera esterna, oltre ai tavolini, sedie, divanetti, scivolo e insegna», svelano Giulia e Andrea, «che abbiamo installato a seguito di un fatto increscioso. Una notte d’estate qualcuno ha staccato il contatore dell’energia elettrica e così al mattino abbiamo trovato tutto il gelato sciolto e i dolci in frigo avariati. La telecamera ci avrebbe permesso di filmare eventuali altri intrusi». «Questo è il clima in cui siamo costretti a lavorare», proseguono i fratelli Lunardon, «altro che, come sostengono, i condomini non ci vogliono ostacolare. Hanno fatto di tutto da sei anni a questa parte per farci chiudere, questa è la verità. Come possono impedirci di usare lo spazio esterno, davanti al nostro locale, se non vogliono impedirci di lavorare?». «Non abbiamo mai aperto prima delle 7 del mattino, come sanno tutti i nostri clienti», aggiungono Giulia e Andrea. I quali, oltre a comprare il primo spazio condominiale commerciale, lo scorso anno hanno acquistato un altro esercizio vicino, ampliando così il bar gelateria, con un ingente investimento. «Quando i condomini hanno acquistato appartamenti ed autorimesse in questo condominio, sapevano che il piano terra era adibito a spazi commerciali, quindi ora non possono lamentarsi di questo. Abbiamo fatto ricorso in appello e continueremo a lottare per tenere aperta la nostra attività», assicurano i fratelli gelatai.
Da L’Arena del 1/12/2020
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