L’ospedale Niguarda testa Budd-e, uno speciale robot a guida autonoma realizzato dai ricercatori del Politecnico di Milano per guidare le persone non vedenti all’interno degli spazi strutturati (ospedali, centri sportivi, centri commerciali, musei…).
Si stanno per concludere i cinque progetti di ricerca a tema “Equità e Ripresa” selezionati dal Polisocial Award 2021 e finanziati grazie alle donazioni del 5 per mille al Politecnico. L’emergenza sanitaria derivata dalla pandemia ha contribuito ad acuire squilibri e marginalità e a rendere concreto il rischio di un aumento delle disparità; per questo, i progetti finanziati hanno agito in una prospettiva di ripresa economica, sociale e culturale, promuovendo lo sviluppo di metodi, strategie, strumenti e tecnologie tesi a ridurre le disuguaglianze e a favorire l’accesso a risorse e opportunità da parte di persone, categorie sociali o comunità particolarmente vulnerabili.
Il progetto Budd-e (Blind-assistive aUtonomous Droid Device) si inserisce in questo quadro: il team, composto da ricercatori e ricercatrici provenienti da diversi dipartimenti del Poli (Deib, Dig, Design e Dabc), ha lavorato per sviluppare un robot in grado di garantire più autonomia alle persone non vedenti e ipovedenti, guidandole in attività quotidiane come una corsa al parco o un giro al centro commerciale. “L’idea iniziale era fornire alle persone cieche e ipovedenti uno strumento che le rendesse autonome nella corsa, ma poi il progetto si è esteso ad altri ambiti quando ci siamo resi conto, insieme ai nostri partner, che esistono diverse difficoltà di accessibilità negli spazi pubblici”, spiega il Marcello Farina (Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria), responsabile scientifico del progetto. Prima di iniziare, i ricercatori e le ricercatrici hanno sottoposto a diversi utenti ciechi e ipovedenti una serie di questionari, per capire quali fossero le loro abitudini e le loro esigenze: è emerso che la maggior parte di loro (il 75%) si muoveva solo se accompagnato da amici, parenti o volontari, e che l’1% non usciva addirittura di casa per paura di farsi del male.
Budd-e vuole sostituirsi all’accompagnatore per poter dare più libertà alle persone non vedenti e ipovedenti: “L’idea è renderlo un servizio pubblico, un aiuto di cui usufruire quando si va al supermercato, al parco o alla stazione”, spiega Farina. “I due luoghi dove faremo le prime sperimentazioni sono l’Ospedale Niguarda e il Centro Sportivo Giurati del Politecnico: al Niguarda probabilmente il test sarà a giugno, mentre al Centro Sportivo non l’abbiamo ancora fissato, ma entro settembre si concluderà il tutto con un evento finale”. Budd-e ha le stesse dimensioni e la stessa mobilità di una sedia a rotelle, ed è una versione 2.0 di Yape, un robot già in commercio utilizzato per la distribuzione ultimo miglio (ovvero l’ultimo step della catena di approvvigionamento, che avviene con la consegna del prodotto al cliente). Rispetto a Yape, la modifica più visibile di Budd-e è l’aggiunta del ‘cordino’ che serve a guidare l’utente: “Il cordino è attivo, dà una tensione di 0,6 chilogrammi forza all’utente, che così sa dove andare: Budd-e non tira il braccio, e si muove solo quando si muove l’utente, adattandosi alla sua velocità e mantenendo sempre la stessa distanza”, spiega Farina. Alimentato con batterie elettriche, per funzionare Budd-e deve prima mappare il luogo dove si muoverà: nei luoghi chiusi (come ospedali o centri commerciali) è necessaria la tecnologia Lidar (una tecnica di telerilevamento aereo, Light Detection and Ranging), mentre per parchi e spazi aperti è sufficiente la mappatura Gps.
Da SuperAbile INAIL del 1 settembre 2023
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