“A distanza di 32 anni dalla legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche si deve purtroppo constatare che le spiagge del litorale marchigiano hanno in gran parte l’accessibilità agli stabilimenti balneari ma non l’accesso al mare e ai servizi di spiaggia”. Con queste parole il presidente dell’associazione Città Grande del Piceno annuncia l’invio di una lettera ai sindaci di San Benedetto, Grottammare, Cupra e Marina di Massignano. Nella missiva viene chiesto di attrezzare le spiagge per le persone limitate dalla disabilità. “Siamo di fronte ad una grave discriminazione che non è più tollerabile e perseguibile ai sensi delle leggi vigenti in materia – afferma Virgili -.
Su iniziativa di Paolo Canducci di RinasciMarche e Nazzareno Torquati della Associazione Città Grande del Piceno si è creato un momento di aggregazione di diversi soggetti politici, economici, associativi della disabilità, affinché si realizzino i servizi, pedane di parcheggio e mobilità in carrozzina, accesso al mare sulle spiagge della Riviera delle Palme”.
L’associazione “Città Grande del Piceno” ha con entusiasmo coordinato l’iniziativa e ha predisposto, appunto, la lettera con immagini che illustrano gli stalli da installare da parte dei concessionari e che trovate in allegato a questo comunicato. Questa mattina ha provveduto a spedirla ai Sindaci dei quattro comuni rivieraschi, tra cui il Sindaco di Massignano che oltre a essere tra i soci fondatori dell’associazione ha già sottoscritto la richiesta.
Ecco il contenuto della lettera
“Chiediamo di far installare in tutte le spiagge in concessione stalli a pagamento, seguendo le tariffe stagionali, destinati alle persone non deambulanti in carrozzina.
Proponiamo una pedana facilmente rimovibile, in plastica o legno, di 6 metri quadrati adiacente alla passerella che porta al mare come da foto allegate nella quantità di almeno una ogni 50/60 ombrelloni.
Si è rilevato che, a parte qualche caso sporadico, le spiagge della nostra costa non danno la possibilità di accesso e sosta sull’arenile ai portatori di disabilità che sono costretti così ad essere esclusi dai servizi e della compagnia dei propri congiunti. Tale disposizione andrà a significare oltre che uno spiccato momento di civiltà e inclusione sociale anche il rispetto della Legge n. 67 del 1 marzo 2006 che all’ art. 2 declama ” Il principio di parità di trattamento comporta che non può essere praticata alcuna discriminazione in pregiudizio delle persone con disabilità, è discrimine quando è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga, che si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone”.
Da La Nuova Riviera 23/3/2021
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