Recentemente tramite vari canali e supporti on line, si è tenuta la proclamazione, da parte del Comune di Parma, dei vincitori del concorso di idee intitolato “Cultura per tutti, cultura di tutti”.
Al bando
hanno preso parte diverse associazioni culturali parmensi e non.
Il progetto vincitore ha come titolo ” MuseoInBlu” ed è stato presentato
dall’associazione Villa Sistemi Reggiana che da anni opera nel settore
dell’arte promuovendo iniziative ed eventi tesi alla diffusione e alla
sensibilizzazione verso l’espressione artistica.
La presidente dell’associazione premiata è la professoressa Maria Teresa
Crispo, mentre il referente dell’innovativo ed illuminante progetto è l’arch.
Antonio Disi il quale non è nuovo a tali iniziative ed idee; a lui abbiamo
voluto rivolgere alcune domande per saperne di più di MuseoInBlu.
Può raccontarci a grandi linee com’è nata l’idea di questo progetto, a chi è
rivolto e perché è stato battezzato MuseoInBlu?
Il progetto nasce dal basso, dall’esperienza di Antonio Disi, papà di un
bambino affetto da disturbo dello spettro autistico e dalla difficoltà di far
vivere al proprio figlio e alla propria famiglia una fantastica esperienza come
la visita ad un museo. Successivamente, il confronto con altri genitori, la
sensibilità verso i temi dell’accessibilità culturale della call di Parma2020 e
l’incontro con i partner hanno posto le basi per la costruzione e la
presentazione del progetto. Il nome, invece, nasce dall’unione dei due elementi
simbolo del progetto: il museo e il colore blu scelto dalle Nazioni Unite nel
2007, quando fu istituita una giornata internazionale dedicata all’autismo,
perché “colore enigmatico”, che ha il potere di risvegliare il senso di
“sicurezza” e il bisogno di “conoscenza”.
Quali sono i partners di Villa Sistemi Reggiana per la realizzazione di questo
utile ed intelligente progetto?
Il dream team del progetto è composto da Villa Sistemi Reggiana, associazione
di promozione artistica, Casa Gioia, startup tecnologica esperta di disturbi
dello spettro autistico e Tiwi, studio creativo specializzato nell’ideazione e produzione
di contenuti video e interattivi.
Quali sono gli obiettivi principali che si prefigge la vostra proposta e quali
gli strumenti che saranno utilizzati per realizzarla?
L’obiettivo principale del progetto è migliorare l’accessibilità dei soggetti
affetti da sindrome dello spettro autistico (ASD) alle strutture museali del
comune di Parma e, più in generale, della Regione Emilia Romagna al fine di
promuovere lo sviluppo personale, il benessere emotivo e l’inclusione sociale
di tali soggetti e delle loro famiglie. Inoltre vogliamo stimolare il sistema
dei servizi di accoglienza turistica a conoscere e approfondire il tema
dell’accessibilità dei soggetti ASD, al fine di migliorarla con soluzioni
tecnologiche innovative e modalità di espletamento dei servizi.
Per quanto riguarda gli strumenti, sarà realizzato un toolkit destinato a
responsabili e curatori composto da: linee guida con indicazioni, materiali,
casi studio e testimonianze per progettare interventi di miglioramento
dell’accessibilità; un pacchetto formativo, fruibile in modalità
blended-learning; una web-app personalizzabile contenente informazioni utili
per programmare la visita al museo quali guide, suggerimenti e mappe; un
prototipo di zaino contenente ausili per ridurre impatti visivi e sonori, mappe
e suggerimenti di attività, oltre a oggetti antistress che potrà essere fornito
dal museo su richiesta. Inoltre, il progetto introduce la Label MuseoInBlu che
garantisca e segnali la sensibilità del museo e la relativa presenza di servizi
e di personale specializzato.
Dove sarà sperimentato lo studio pilota e sarà replicabile presso altri musei?
Lo studio pilota sarà sperimentato presso il Castello dei Burattini di Parma.
Siamo voluti partire da un luogo magico, meta preferita da bambini e anche dai
genitori per testare il toolkit e assegnare la prima Label Muse in Blu.
Successivamente verrà reso disponibile a tutti i 363 musei della Regione Emilia
Romagna.
Per terminare la nostra chiacchierata ci dica qualcosa sulle difficoltà che le
persone affette da sindrome dello spettro autistico incontrano solitamente nel
far visita ad un museo e come mai si è sempre tenuto conto di altre disabilità
e non di questa?
L’autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che compromette le aree sociali e
della comunicazione. Tale disturbo è una condizione che influenza il modo in
cui una persona vive il mondo che lo circonda e i bambini, in particolare,
possono provare confusione, perdita e sovraccarico sensoriale in un nuovo
ambiente quale, ad esempio, un museo. Per questo motivo nei soggetti affetti da
tale disturbo il museo, che dovrebbe essere un luogo di riflessione,
meditazione, ricreazione e diletto, può diventare uno spazio che incute timore
e confusione, allontanando interi gruppi familiari. Infatti, le famiglie in cui
sia presente un minore affetto da disturbi dello spettro autistico, possono
essere riluttanti a intraprendere visite ai musei per il timore che i propri
figli possano essere stressati dalla nuova esperienza, sia per l’ eccesso di
stimoli sensoriali che per la folla o le lunghe attese. Inoltre, sono spesso
costrette a interrompere la visita per recarsi in spazi più tranquilli fino a
quando i comportamenti stressati non rientrino.
Purtroppo è una disabilità che non si vede come quella motoria, uditiva e
visiva e le persone fanno fatica a comprenderne gli effetti. I comportamenti
dei soggetti autistici, non associabili ad una disabilità fisica evidente,
pongono le famiglie in condizioni di forte imbarazzo soprattutto nei confronti
degli altri visitatori e degli operatori museali e le spingono a evitare le
visite ai musei preferendo, per i propri figli, attività domestiche o in
ambienti controllati.
di Elvis Ronzoni da Parma Daily.it del 14.06.2020
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