Seconda condanna in un anno per il Comune di Sperlonga (Latina), per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, a causa della presenza di barriere architettoniche che impediscono loro di accedere a due siti della cittadina laziale. Quest’ultima, come stabilito dal Tribunale di Latina, dovrà compiere entro sei mesi varie opere di rimozione delle barriere. L’Associazione Coscioni, che ha sostenuto i promotori dell’azione legale, chiede la collaborazione di tutti, nel segnalare barriere architettoniche o sensoriali non ancora rimosse dai vari Comuni
«Questa è la seconda condanna per condotta discriminatoria emessa nel giro di un anno nei confronti di quel Comune. Ci appelliamo dunque al Sindaco affinché le opere indicate dal Tribunale vengano realizzate nei tempi prefissati, ossia entro sei mesi. Se invece l’Amministrazione Comunale non si impegnerà fin da subito a rimuovere tutte le barriere architettoniche indicate, ci rivolgeremo agli organi competenti affinché venga nominato un commissario ad acta»: a che cosa si riferisce con queste parole Alessandro Gerardi, avvocato e consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni?
Alla nuova condanna del Comune di Sperlonga (Latina), tramite un’Ordinanza resa pubblica il 5 marzo scorso dalla Prima Sezione Civile del Tribunale di Latina, per «condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità, a causa della presenza delle barriere architettoniche che impediscono alle persone con ridotta o impedita capacità motoria di accedere a Piazza Fontana e al Belvedere Circeo». Nuova condanna, si diceva, perché va ricordato che, come avevamo riferito a suo tempo, il 4 giugno dello scorso anno, sempre il Tribunale di Latina aveva agito in senso analogo, in riferimento al Lungomare della città laziale.
Come in quel caso, a promuovere la vicenda giudiziaria sono stati Edward von Freymann e Giuseppe Di Lelio, con il patrocinio e l’assistenza legale offerti dall’Associazione Coscioni e, nel dettaglio, il Comune di Sperlonga è stato condannato, come sottolineato da Alessandro Gerardi, a compiere entro sei mesi tutta una serie di opere al fine di rimuovere le barriere architettoniche.
In particolare dovrà essere installato un ascensore, rimossi i dissuasori, rifatta la pavimentazione, eliminati due marciapiedi, creato un passaggio largo almeno un metro e mezzo, oltre a nuovi posti auto per persone con disabilità e rifatta completamente la segnaletica. «In pratica – commentano dall’Associazione Coscioni – questa Ordinanza impone al Comune di ridisegnare completamente lo spazio pubblico nei pressi e all’interno di Piazza Fontana e del Belvedere Circeo».
«La nostra azione nei tribunali a tutela del diritto alla salute e dunque contro le condotte discriminatorie relative alle persone con disabilità – dichiara Rocco Berardo, avvocato e coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’Associazione Coscioni – prosegue nei confronti di tutti gli Enti Pubblici e degli esercenti di servizi aperti al pubblico che abbiano violato i diritti previsti dalle leggi in vigore. In linea con quanto previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, esigiamo la rimozione delle singole barriere fisiche, percettive e sensoriali che ancora oggi impediscono alle persone con disabilità di esercitare i propri diritti fondamentali».
«Per proseguire, però, con sempre maggiore efficacia – aggiunge – è necessario il contributo di tutti, segnalando ad esempio sulla nostra app No Barriere le barriere architettoniche e sensoriali ancora non rimosse dalla Pubblica Amministrazione. Le Amministrazioni, infatti, a partire dai Comuni, sono obbligate sin dal 1986 a dotarsi di Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche e Sensoriali (PEBA), e tuttavia non solo la legge non viene attuata, ma, peggio ancora, sono solo poche centinaia i Comuni di cui si stima almeno una qualche programmazione del Piano previsto dalla legge stessa. A tal proposito ci siamo attivati presentando proposte alle singole Amministrazioni, a partire da quelle relative a dei Registri Regionali e, in caso di mancate risposte, diffide e denunce nei confronti di chi non abbia provveduto a rendere i luoghi pubblici accessibili».
Da Superando.it 26/3/2021
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