«Il recente episodio accaduto alla trasmissione di Canale 5 “Grande Fratello Vip” del 3 marzo scorso – scrive Maria Pia Amico – ove una delle partecipanti ha insultato un altro concorrente “dandogli del Down”, senza per altro ricevere particolari sanzioni, dovrebbe fare ulteriormente riflettere sull’opportunità di trasmettere certi programmi televisivi, che il più delle volte insegnano solo la maleducazione, la prepotenza e la sopraffazione. Ma non è di questo che si ha bisogno, soprattutto i giovani
Credo che il
recente episodio accaduto alla trasmissione di Canale 5 Grande Fratello
Vip del 3 marzo scorso [se ne legga già anche sulle nostre pagine,
N.d.R.], dovrebbe fare ulteriormente riflettere sull’opportunità di
trasmettere certi programmi televisivi.
Sono ormai molti anni che i canali TV continuano a propinare i cosiddetti
“reality show”, alcuni dei quali possono anche essere interessanti,
mentre tanti altri potrebbero benissimo essere soppressi.
Mi sono chiesta spesso a chi o a cosa servono questi programmi, se non a certi
personaggi in cerca di un momento di notorietà facile e gratuita, o agli
inserzionisti pubblicitari, che spendono fior di quattrini per far vendere un
prodotto.
Tornando alla puntata del 3 marzo di Grande Fratello Vip, a un certo punto una delle partecipanti ha insultato un altro concorrente, che le aveva fatto uno scherzo, con un epiteto riguardante le persone con disabilità. Si è trattato di Asia Valente, che ha dato del “Down” a Sossio Aruta, provocando l’indignazione di molti telespettatori e anche una petizione lanciata da Iacopo Melio, fondatore e presidente dell’Associazione Vorreiprendereiltreno. Nulla però è servito: la ragazza, infatti, ha semplicemente chiesto scusa all’insultato – si badi, non alla categoria! – e tutto è finito lì, senza neanche una punizione o sanzione, consentendole di continuare tranquillamente a restare nella casa che è al centro del programma.
Questo
episodio fa capire molto bene come ci sia ancora tanta insensibilità su
certe fasce della popolazione, nonostante decenni di battaglie sociali da parte
di famiglie e associazioni, per ottenere diritti e rispetto. E la dice lunga
sul modo di pensare e comportarsi di certi giovani, e non solo, i quali credono
che basti avere fama e denaro, apparendo in televisione, al cinema o sui
giornali, per avere tutto, infischiandosene dell’educazione e del rispetto.
La cosa peggiore, comunque, è la politica del “lasciar correre”, del non
voler prendere una qualche forma di dissenso o esecrazione su certi
atteggiamenti e discorsi troppo “disinvolti”.
Lungi dal fare i moralisti, ma quale esempio possono dare queste trasmissioni deculturali? Nel caso specifico, il messaggio è quello di una totale libertà, di costumi e di linguaggio, facendo a gara a chi insulta e offende di più. Viene il sospetto, forse fondato, che tutto sia già deciso, preconfezionato e costruito a tavolino, per fare audience e fare alzare lo share. Senza contare il “modus vivendi” che questi personaggi fanno vedere, cioè divertimenti, giochi, amori più o meno liberi, gelosie e invidie, tutto a spese altrui e magari guadagnandoci in fama e soldi.
Ci sarebbe ancora molto da dire in proposito, ma mi limiterò a una considerazione. Certi programmi televisivi non apportano alcun sostegno culturale, anzi il più delle volte insegnano la maleducazione, la prepotenza e la sopraffazione, e non è di questo che si ha bisogno, soprattutto i giovani. Perciò, in barba agli indici d’ascolto, seguiamo il consiglio di Maurizio Costanzo, che commenta così Grande Fratello Vip: «Chiudetelo! Non intrattiene, non rilassa, non fa pensare. Diventa teatro per comportamenti che rischiano di dare un pessimo esempio. Chiudiamo il programma, così risolviamo il problema una volta per tutte!».
di Maria Pia Amico Da Superando.it-12 mar 2020
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