“Spesa online, slogan ma pochi fatti. Per i disabili comprare è un’impresa”

“Spesa online, slogan ma pochi fatti. Per i disabili comprare è un’impresa”

Indagine-denuncia del consigliere di LEDHA sui principali supermercati «Nessuno slot riservato, fila virtuale sui siti Internet. Non sono enti non profit ma il loro ruolo è essenziale».


MILANO. I servizi di consegna della spesa a domicilio evitano — a chi vive grazie all’assistente personale, alla badante, ai genitori o ai figli — file e contatti ai supermercati. La grande distribuzione, che non è un’iniziativa no profit, ha un ruolo essenziale in questo momento. Ma le persone con disabilità stanno sperimentando una realtà ben diversa.

ESSELUNGA
In tempi di «pace» concede consegna gratuita alla clientela over 65 e a persone con disabilità certificata. In tempo di «guerra», però, il portale è bloccato, i tempi di attesa si allungano e la data dopo l’ultima disponibilità, dicono i fortunati, viene attivata nella notte. Ne fanno le spese soprattutto anziani e disabili. Possibile che nessuno abbia mappato i clienti fragili o pensato di inserire orari riservati? Che senso ha donare somme importanti per combattere il Coronavirus e non investire qualche centinaio di euro per aiutare i clienti che non possono fare la coda?

COOP
«Rilassati i prodotti coop arrivano a casa tua», dice uno dei messaggi che puoi trovare sul sito di Coop Lombardia. Ma è praticamente impossibile accedere alla spesa a domicilio attraverso il portale, sebbene si richiami una collaborazione con la protezione civile. E non esiste un format per segnalare che sei disabile. Il circuito coop.it si affida a Supermercato24 per gli over 65 e cliccando sul link la risposta non lascia scampo: disponibilità terminate. Prova più tardi. Allora ti rivolgi ad altri due servizi: coopdrive e cooplocker, ma devi avere la macchina per ritirare la spesa in un unico punto presso il Bicocca Village. Dov’è la mutualità che concede a coop, in tempo di pace, privilegi fiscali; dov’è la solidarietà, essenza della cooperazione?

CARREFOUR
Praticamente si forma la coda anche per l’ingresso al sito per la spesa online, che ti invita a desistere proprio per privilegiare le persone fragili: «Anziani, diversamente abili e donne in gravidanza». Nulla fa per far passare avanti come alla cassa queste categorie. Il servizio prevede, se lo raggiungi, consegna al punto vendita. In alternativa si affidano a piattaforme come Supermercato24.

LIDL
Non esiste un proprio servizio di consegna online. Il servizio è affidato a Supermercato24. Quindi si sono sottratti all’origine. Ma noi restiamo fiduciosi e li aspettiamo.

PAM
È prevista la consegna a casa. La home page avvisa del disagio del momento e delle difficoltà nelle consegne. Ti spiegano che caricano le disponibilità a mezzanotte. Non coprono l’intera città, sembra che il servizio sia attivo solo nelle vie vicine ai supermercati. Nessuna precedenza per le persone fragili.

COOP
In homepage c’è scritto «Fai la spesa online come se fossi nel tuo punto vendita, noi te la consegneremo comodamente a casa». Ma il servizio non c’è.

CONAD
Prevede la consegna a domicilio ma non si capisce in quali zone della città. Ho inserito cinque codici di avviamento postale di Milano e in nessuno di questi risulta previsto il servizio. Sarò stato sfortunato ma quei codici rappresentano il 50 per cento della popolazione cittadina. Il tema è questo: nulla è dovuto e ne siamo consapevoli. Sono aziende profit e sicuramente grazie alla Caritas, ai volontari, ai nostri famigliari, alle nostre badanti riusciremo a superare queste difficoltà in questo ambito però è giusto dire che per queste comunità di fragilità non hanno fatto molto.

Da Il Corriere della Sera del 03.04.2020

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