Il vincitore della sfida triennale Mobility Unlimited Challenge, voluta da Toyota Mobility Foundation, è Phoenix Instinct, dal Regno Unito, che ha ricevuto 1 milione di sterline per sviluppare ulteriormente la propria sedia a rotelle intelligente ultraleggera in fibra di carbonio, portarla sul mercato e infine trasformare milioni di vite nella comunità dei disabili verso un orizzonte di esistenza migliore.
Toyota Mobility Foundation ha lanciato la sfida globale da 4 milioni di dollari nel 2017 in partnership con Nesta Challenges, in uno sforzo volto a portare l’innovazione nel settore delle tecnologie assistive per persone affette da paralisi degli arti inferiori, dando un’ulteriore dimostrazione della missione di Toyota verso la Mobilità per tutti e l’ulteriore visione di produrre felicità per tutti.
La Sfida (Challenge) ha coinvolto ingegneri talentuosi e designer di tutto il mondo, perché sottoponessero i propri progetti di dispositivi rivoluzionari, integrati con le tecnologie più innovative, per potenziare la mobilità e l’indipendenza degli utenti finali. Oltre ottanta team di 28 Paesi di tutto il mondo hanno risposto alla sfida.
Progettata da Phoenix Instinct, Phoenix i utilizza sistemi intelligenti per regolare automaticamente il proprio centro di gravità, rendendo il telaio ultraleggero in fibra di carbonio estremamente stabile e più facile da manovrare. Phoenix ì usa servo-motori sulle ruote anteriori per ridurre vibrazioni dolorose e minimizzare lo stress per l’utente. Il sistema di frenata intelligente assistita motorizzato della sedia si accorge automaticamente quando l’utente sta andando in discesa e si auto-regola per gestire la discesa dell’utente.
Ryan Klem, direttore dei programmi per Toyota Mobility Foundation, ha commentato: “L’intera competizione ha costituito un viaggio arricchente per ognuno di noi, unendo gli sforzi di molti esperti, mentori, avvocati e altri per investire sui cinque finalisti affinché sviluppassero i propri dispositivi e li portassero nelle vite di persone che ne hanno bisogno”.
Da Il Giornale 8/1/2021
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