«La crisi legata al coronavirus non può essere risolta solo con misure di emergenza e di sanità pubblica; anche tutti gli altri diritti umani devono essere affrontati! Tutti, infatti, senza eccezioni, hanno il diritto a interventi salvavita e la scarsità di risorse o l’uso di regimi assicurativi pubblici o privati non deve mai essere una giustificazione per discriminare determinati gruppi di pazienti, a partire dalle persone con disabilità»: lo scrivono in un importante comunicato i più qualificati esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite
Tutti i più qualificati esperti dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani (se ne legga a questo link l’elenco completo) hanno diffuso un importante comunicato che si apre così: «La crisi legata al coronavirus non può essere risolta solo con misure di emergenza e di sanità pubblica; anche tutti gli altri diritti umani devono essere affrontati! Tutti, infatti, senza eccezioni, hanno il diritto a interventi salvavita e questa responsabilità spetta ai Governi dei vari Paesi. La scarsità di risorse o l’uso di regimi assicurativi pubblici o privati non deve mai essere una giustificazione per discriminare determinati gruppi di pazienti, perché tutti hanno il diritto alla salute».
Entrando poi nel dettaglio dei gruppi attualmente a maggior rischio di discriminazione, gli esperti dell’ONU citano in primo luogo proprio «le persone con disabilità», e in successione «le persone anziane, le comunità di minoranza, le popolazioni indigene, gli sfollati interni, le persone colpite dalla povertà estrema e che vivono in ambienti sovraffollati, coloro vivono in istituti residenziali, i detenuti, i senzatetto, i migranti e i rifugiati, le persone in situazione di tossicodipendenza, i gruppi LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e transgender, N.d.R.] e persone di genere diverso». «Questi e altri gruppi – si scrive – devono ricevere supporto dai Governi».
Soffermandosi poi sui «progressi nelle scienze biomediche», la nota dichiara che «essi sono molto importanti per realizzare il diritto alla salute», ribadendo però che «ugualmente importanti sono tutti i diritti umani» e a tal proposito «i princìpi di non discriminazione, partecipazione, responsabilizzazione e responsabilità devono essere applicati a tutte le politiche relative alla salute».
Pieno
sostegno vieni quindi espresso per tutte le misure raccomandate dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità, necessarie a sconfiggere la pandemia, invitando ogni
Stato «ad agire con determinazione per fornire le risorse necessarie a tutti
i settori dei sistemi di sanità pubblica, dalla prevenzione e
individuazione al trattamento e al recupero».
«Ma affrontare questa crisi – proseguono gli esperti delle Nazioni Unite – è molto
più di questo. Gli Stati devono adottare ulteriori misure di protezione
sociale affinché il loro sostegno raggiunga coloro che sono maggiormente a
rischio di essere colpiti in modo sproporzionato dalla crisi. E questo include
anche le donne, che si trovano già in una posizione socioeconomica
svantaggiata, che sopportano un onere assistenziale ancora più pesante e che
vivono con un aumentato rischio di violenza di genere».
Dopo avere
successivamente espresso la propria gratitudine per gli operatori sanitari di
tutto il mondo «che devono avere ogni supporto possibile da parte di
Stati, imprese, organi d’informazione e opinione pubblica in generale», gli
esperti sottolineano che «questa seria sfida globale è anche un campanello
d’allarme per la rivitalizzazione dei principi universali dei diritti umani.
Sono questi princìpi e la fiducia nella conoscenza scientifica, che devono
prevalere sulla diffusione di notizie false, pregiudizi, discriminazione,
disuguaglianze e violenza».
«Tutti affrontiamo insieme questa sfida senza precedenti – conclude la nota – e
in particolare il settore imprenditoriale continua ad avere responsabilità in
materia di diritti umani in questa crisi. Solo infatti con sforzi
multilaterali concertati, solidarietà e fiducia reciproca, riusciremo a
sconfiggere la pandemia, diventando più resistenti, maturi e uniti. E quando poi
arriverà un vaccino per il Covid-19, esso dovrà essere fornito senza
discriminazioni. Ma nel frattempo è proprio l’approccio basato sui diritti
umani un altro percorso efficace nella prevenzione delle principali minacce
alla salute pubblica».
Da Superando.it 27 Marzo 2020
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