Il concetto di Universal Design – anche detto “Design for All” (in italiano, “Progettazione Universale” o “Progettazione per tutti”) nasce nel campo dell’edilizia: fu coniato, infatti, dall’architetto Ronald L. Mace della North Carolina State University insieme a un suo gruppo di collaboratori, al fine di descrivere un concetto di progettazione ideale per tutti i prodotti e gli ambienti artificiali. Si tratta dunque di una metodologia progettuale moderna e ad ampio spettro, il cui è scopo è la progettazione e la realizzazione di edifici, prodotti e ambienti che siano accessibili a ogni categoria di persone (a prescindere dell’eventuale presenza di una condizione di disabilità).
UDL e FEM
Applicato al campo della didattica, lo Universal Design diventa Universal Design for Learning (UDL): un modello internazionale che promuove l’abbattimento delle barriere dell’apprendimento e che promuove non solo la didattica inclusiva, ma un nuovo modo di interpretare i processi di apprendimento e di insegnamento, anche grazie all’utilizzo strategico e ragionato delle tecnologie. Tra i centri italiani che hanno accolto questa filosofia didattica, c’è il Future Education Modena, il cui obiettivo è aumentare il potenziale dell’educazione in società, migliorando la qualità e l’impatto delle esperienze educative attraverso attività di ricerca, design e accelerazione di startup. Tutto questo, per posizionarsi come principale referente nazionale nel rapporto tra tecnologie e innovazione educativa.
Le basi dell’UDL
Partendo dal principio che il modo in cui le persone apprendono è unico per ognuno di noi, il framework teorico dell’UDL, stilato per la prima volta negli anni ’90 da David H. Rose, (Harvard Graduate School of Education e Center for Applied Special Technology), richiede la creazione di un programma di studi che fornisca, fin dall’inizio:
– molteplici mezzi di rappresentazione (per offrire agli studenti vari modi di acquisire informazioni e conoscenze);
–molteplici mezzi di espressione (per fornire agli studenti alternative per dimostrare ciò che conoscono);
– molteplici mezzi di coinvolgimento (per attingere agli interessi degli studenti, stimolarli in modo appropriato e motivarli ad imparare);
Inoltre, il curriculum, secondo la letteratura dell’UDL, deve avere quattro parti ben distinte: obiettivi didattici, metodi, materiali e valutazioni.
I 7 Principi universali di utilizzo
L’UDL ha, dunque, lo scopo di allargare l’accesso all’apprendimento riducendo le barriere fisiche, cognitive, intellettuali e organizzative all’apprendimento, nonché altri ostacoli: per far questo, si ispira a 7 principi:
1. Uso equo. Il progetto didattico deve essere utilizzabile e commerciabile per persone con differenti abilità;
2. Uso flessibile. Il progetto didattico deve adattarsi ad un’ ampia gamma di preferenze e di abilità individual;
3. Uso semplice ed intuitivo. L’uso del progetto deve essere facile da capire indifferentemente dalle esigenze dell’utilizzatore, dalla sua conoscenza, linguaggio, o dal suo corrente livello di concentrazione;
4. Percettibilità delle informazioni. Il progetto deve comunicare all’utilizzatore le informazioni necessarie, in modo neutro rispetto alle condizioni dell’ambiente o alle sue capacità sensoriali;
5. Tolleranza all’errore. Il progetto deve minimizzare i rischi e le conseguenze negative/accidentali (o le azioni non volute);
6. Contenimento dello sforzo fisico. Il progetto deve poter essere usato in modo efficace e comodo, col minimo sforzo;
7. Misure e spazi per l’avvicinamento e l’uso. Devono essere previste appropriate dimensioni e spazi per l’avvicinamento, per l’accessibilità, la manovrabilità e l’uso sicuro del progetto didattico (indipendentemente dalla statura, dalla postura e dalla mobilità dell’utilizzatore).
L’UDL nella quotidianità
L’UDL non è in conflitto con altri metodi e pratiche, anzi: incorpora e supporta molti approcci didattici moderni, come il cooperative learning, il project-based learning, l’apprendimento multisensoriale, la valutazione basata sulla performance, la didattica secondo la teoria delle intelligenze multiple ecc… Date queste premesse, come possono i docenti incorporare la UDL nella loro programmazione didattica?
Sicuramente potrebbero utilizzarne i principi in diversi contenuti del loro programma: farlo con l’UDL significherebbe utilizzare spesso linguaggi universali e il più possibile di ampia comprensione (es. casi di studio, musica, role playing).
È inoltre auspicabile, nell’uso dell’UDL, utilizzare una varietà di materiali (risorse online, video, podcast, PowerPoint, e-book) e fornire supporti cognitivi (es. sintesi finale della lezione, tutoraggio tramite scaffolding ecc..).
di Myriam Caratù da Orizzontesscuola del 29/10/2020
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